L’attacco ai re del Food dai poteri criminali in difficoltà di fronte ad uno stato che ha saputo reagire trova una ulteriore conferma con il barbaro attentato alla storica pizzeria Sorbillo di via dei Tribunali a Napoli, dopo che anni fa già è stata oggetto di un’incendio. Tutto fa il paio con molti protagonisti del food campano presi di mira dalla criminalità camorristica, ricordiamo di recente tra i tanti le minacce a Pietro Parisi o i tentativi di estorsione a Peppe Daddio. Le estorsioni, il racket, ( questa la pista che seguiranno gli inquirenti?) non si fermano di fronte ai visibilissimi protagonisti della rinascita enogastronomica ma anche culturale di Napoli e della Campania.
E’ anche l’attacco a dei simboli, ad una Napoli che ce l’ha fatta, con le proprie forze e con quelle del gradimento pulito di tanti cittadini in giro per il mondo; sono esperienze che fanno tremare i polsi a chi ha prosperato nella illegalità confidando per decenni sull’anonimato degli operatori , degli artigiani e dei commercianti, sulla invisibilità anche dell’eccellenza degli anni scorsi, poteri cui era necessario chinare la testa. Oggi questo mondo del food è troppo importante per il paese intero, per gli italiani tutti, inoltre ha un livello di consapevolezza civile e sociale che non consente nemmeno lontanamente di poter pensare, anche solo per un minuto, di piegarsi a richieste estorsive del piccolo o grande racket. Non si piegherà mai nessuno in questo settore ! Lo stato ora reagisca con forza, conferendo le necessarie protezioni, così come ha dato prova di sé, negli ultimi decenni, debellando clan e gruppi feroci e che per troppe generazioni hanno messo in ginocchio le cose più belle della città, le sue attività artigianali e commerciali. Va ricordato, oggi come non mai il De Crescenzo che impersonava il prof. Bellavista che riteneva chi faceva estorsioni un non napoletano, non può essere classificato, infatti, come napoletano, chi ricorre alla violenza e al sopruso del racket. A Gino Sorbillo, punta di diamante del movimento pizza nel mondo il nostro abbraccio, sapendo che non c’è intimidazione che possa vincere la sua determinazione e tutto il buono di cui è capace.
Carlo Scatozza