La Francia (+13,3%) cresce in valore quasi il doppio dell’Italia (+7,3%), che perde quote anche rispetto a quasi tutti i principali Paesi produttori di vino al mondo. È questo – secondo le analisi dell’Osservatorio Paesi terzi a cura di Business Strategies e in collaborazione con Nomisma-Wine Monitor – il quadro di metà anno dell’export italiano di vino, che nonostante l’incremento registrato sullo stesso periodo dell’anno precedente non riesce a stare al passo con gli altri player, Spagna esclusa (il cui export aumenta a tassi inferiori, +5%). Oltre alla Francia corrono infatti a velocità molto più sostenute Cile (+9,3%), Australia (+13,8%) e Nuova Zelanda (+16,4%). I dati (fonte Dogane), riflettono una situazione difficile delle nostre vendite nelle principali 8 piazze della domanda mondiale di vino, con risultati sotto-media negli Stati Uniti (dove l’aggancio francese è sempre più prossimo), Gran Bretagna, Svizzera, Giappone e Russia. Solo in Germania, in Cina (+21%) e Canada (+9,7%) il Belpaese performa meglio rispetto mercato. Nel primo semestre, con un valore delle esportazioni di vino che raggiunge i 4,2 miliardi di euro, la Francia allunga quindi sull’Italia (2,8 miliardi di euro), con un divario tra i due competitor che sale al 50%. Oltre al primato statunitense, sono a rischio anche le market leadership italiane in Svizzera e in Canada, sempre a favore dei cugini d’oltralpe.