Ven. Nov 22nd, 2024

Il pesce nelle mense scolastiche piace ai genitori, aiuta la memoria dei ragazzi e dà il giusto sprint per il ritorno sui banchi. In quanto al menu ideale in fatto di prodotti ittici a scuola, le mamme e i papà italiani vorrebbero pesce, molluschi e crostacei due volte a settimana, meglio se pescati e di stagione. Come emerge da una indagine Federcoopesca-Confcooperative, realizzata in vista dell’avvio dell’anno scolastico.

Oltre il 20% degli intervistati vorrebbe veder servito pesce anche più di due volte a settimana, per un 16%, invece, è sufficiente una sola volta. Per la maggioranza, oltre il 69%, la frequenza ideale è due volte a settimana.

Quando si tratta di scegliere quali prodotti portare sulle tavole degli studenti, le famiglie hanno le idee chiare, spiega l’Associazione: no al prodotto in scatola e sì ai prodotti di allevamento (14%) e anche ai surgelati (11%). I più, però, vorrebbero che nei piatti dei loro figli finisse prodotto pescato (39%) e di stagione (36%).

Quanto ai gusti dei ragazzi, i pesci sono i più amati (51%), seguiti da molluschi (31%) e crostacei (18%).

A prescindere dalla specie, la frittura è la cottura preferita dai più piccoli.

“A scuola – evidenziano i genitori nelle interviste – dobbiamo sostituire il pangasio vietnamita o la vongola del pacifico con prodotto locale e di stagione”.

Per garantire prodotto ittico di qualità, rispettando quelli che sono i budget scolastici “bisogna puntare – afferma Federcoopesca- su prodotto nazionale fresco, di pesca o di allevamento, pesce bianco o azzurro, di grande pezzatura, perché è più facile da ridurre in porzioni.  Va benissimo, quindi, proporre nella ristorazione organizzata specie meno conosciute o dimenticate, buone ed economiche”.

L’associazione ricorda l’importanza di inserire pesci, molluschi e crostacei nella dieta dei ragazzi, soprattutto in periodi dove è richiesto maggiore sforzo psico-fisico, come alla ripresa delle attività scolastiche. Mangiare pesce almeno una volta a settimana, come più volte evidenziato dalla ricerca scientifica, sembrerebbe, infatti, aumentare del 4,3 per cento il volume della materia grigia cerebrale responsabile della memoria e del 14 per cento quella relativa alle facoltà cognitive. Questo in virtù delle proprietà degli Omega-3.

Di Carlo Scatozza

redattore di Campania Slow | Contatto Facebook: http://it-it.facebook.com/people/Carlo-Scatozza/1654720386

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