Dom. Dic 22nd, 2024

 

campivillaliternoStiamo vivendo una delle primavere più calde degli ultimi secoli con una scarsa precipitazione che in Italia sta diventando un grande problema, con cui fare i conti, nel presente e nel futuro. Il tutto è compreso, purtroppo, in un surriscaldamento globale del pianeta, proprio mentre politici poco o per niente avveduti come Trump si rifiutano di proseguire con i provvedimenti globali contro il climate change denominati “Accordi di Parigi”. Siccità e cambiamenti climatici sono i primi artefici del grande movimento migratorio che si sta realizzando da qualche anno dai paese subsahariani verso l’Europa. Insopportabile il declino dei raccolti, l’estensione di malattie connesse, l’erosione delle coste e degli spazi abitabili. D’altronde più che le guerre, le risorse e il clima hanno condizionato nella storia umana i grandi spostamenti di popoli, causando persino la fine di Imperi. L’Europa non vive ad ora il dramma dei paesi dell’equatore africano ma è sottoposta nel sud Europa una progressiva tropicalizzazione. L’Italia ha già in questi mesi un settore della Pesca a rischio, soprattutto nell’ Adriatico, raccolti agricoli in pericolo nelle regioni meridionali, in primis Puglia e Calabria, l’Emilia Romagna ha richiesto lo stato d’emergenza. Sono le conseguenze dei cambiamenti climatici globali, che stanno colpendo anche il nostro paese e le sue attività produttive, ovvio l’agroalimentare è il settore più ricco ad esserne esposto. Secondo l’istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche (ISAC-CNR) nell’aprile scorso si è verificato in modo evidente un clima quasi estivo e le temperature più calde della media stagionale, con un aumento di 1,65 °C rispetto al trentennio 1971- 2000. l’Italia è tra i paesi europei in cui si prevede il maggior numero di conseguenze negative dovute ai mutamenti climatici, a sostenerlo è anche l’Agenzia Europea dell’Ambiente con il rapporto “Cambiamenti climatici, impatti e vulnerabilità in Europa al 2016”. I cambiamenti osservati stanno già avendo importanti ripercussioni sulla salute umana, sulla biodiversità e sull’economia, colpendo in particolare i settori dell’agricoltura e della pesca. Sono in vigore già le nuove linee guida per evitare la sovrappesca e lo sfruttamento degli stock ittici. Questa che viviamo è la peggiore crisi idrica del decennio che rischia di aprire un futuro asciutto. I modelli climatici rivelano un aumento dei periodi di siccità su tutto il territorio nazionale, con un aumento più marcato al Sud e nelle Isole, mentre l’aumento degli eventi meteorologici di natura tropicale e la progressiva riduzione delle scorte di acqua di falda interesseranno non solo le regioni meridionali ma gran parte della penisola, aumentando il rischio siccità per una parte sostanziale della produzione agricola italiana. In Campania sono interessate le produzioni di tutti i comparti di largo consumo ( e reddito) da cereali a ortofrutta, comprese le produzioni al top della redditività come quelle vitivinicole, per non parlare della diminuzione della quantità prodotta di latte, anche quello di bufala e se ci aggiungiamo le crisi del comparto oleario, dal punto di vista delle quantità, scopriamo un futuro difficile, da superare con il rispetto assoluto degli accordi di Parigi, l’utilizzo ottimale delle nuove tecnologie con il sostegno agli agricoltori, come fa il Psr che in questa programmazione dedica grande spazio all’adeguamento ai cambiamenti climatici in azienda. Siamo su un crinale scosceso; se la situazione non migliora potremmo avere anche una contrazione sensibile nei prossimi anni del reddito ed occupazione nell’agroalimentare, (proprio nel momento in cui questo  stava diventando un settore con solo segni più) e un aumento dei prezzi notevole di beni di largo consumo, che potrebbero essere preclusi alle fasce più disagiate delle popolazioni occidentali, con tutto quello che ne conseguirebbe dal punto di vista sociale e sanitario.

Di Carlo Scatozza

redattore di Campania Slow | Contatto Facebook: http://it-it.facebook.com/people/Carlo-Scatozza/1654720386

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