Complice la bella stagione, fare movimento all’aria aperta migliora le performance non solo del corpo ma anche della mente. Studi alla mano, il Brain Trainer, professor Giuseppe Alfredo Iannoccari (presidente di Assomensana), suggerisce di passare all”azione” outdoor, soprattutto per affinare alcune facoltà mentali:
«Sei a corto di idee? Spegni tutto: telefonini, pc, tablet e corri subito nella natura, in montagna o nei parchi, per far aumentare la tua capacità creativa fino al 50%. Lo sostiene una ricerca condotta dal team di David Strayer delle University of Utah e University of Kansas e pubblicata su Plos One, che ha analizzato la reazione di 56 individui, invitati a trascorrere del tempo immersi nella natura, staccando “la spina” completamente. Alcuni volontari sono stati inviati nelle montagne e nei parchi di Alaska, Colorado, Maine e Stato di Washington per quattro giorni, ma metà del campione è rimasto in città. Prima della partenza, i ricercatori hanno sottoposto i partecipanti a test di misurazione delle attività cognitive complesse, analizzando la capacità di ragionare creativamente o risolvere problemi. Al termine, le abilità di pensiero creativo dei “gitanti” erano superiori in media del 50% rispetto a quelle dei “cittadini”, perché l’esposizione all’ambiente naturale può avere un importante impatto sull’emisfero destro e la corteccia cerebrale pre-frontale, la cui attività è associata proprio alla creatività e al multitasking».
Per tentare di ottenere lo stesso risultato dei volontari americani, è bene uscire e camminare, ma, avverte Iannoccari, «l’esigenza di stare all’aperto non può essere soddisfatta con una passeggiata in città. I mille stimoli che arrivano ogni secondo al cervello lo mantengono in “ipervigilanza”, poiché ogni rumore circostante, le auto e le persone che passano vengono analizzati costantemente dall’organo per verificare se si tratti o meno di un potenziale pericolo. Anche se consapevolmente sappiamo che il traffico e i passanti non sono pericolosi, il nostro cervello non ci sta e non condivide questa valutazione ottimistica, che potrebbe mettere in serio pericolo l’incolumità e la sopravvivenza, e così continua ad analizzare incessantemente tutto ciò che gli si presenta. Con la conseguenza che, alla fine del tragitto urbano, siamo tesi, esausti e nervosi. Insomma, la vita moderna ci allontana dalla natura, che invece gioca un ruolo fondamentale sull’organismo e anche sul modo di pensare e di comportarci. Dopo 5 milioni di anni di vita all’aperto, l’esistenza che ci siamo costruiti negli ultimi secoli e nella quale ci siamo imprigionati nuoce gravemente alle capacità mentali».
L’equazione “più attività motoria all’aria aperta = più prestazioni intellettive” viene sottolineata dal Brain Trainer che rivela anche come il moto regolare nel verde possa influire sullo sviluppo delle capacità cognitive dei ragazzi durante la fase di crescita. «In pratica, l’esercizio fisico en plein air consente una più capillare irrorazione sanguigna del cervello, una produzione di sostanze benefiche, come le endorfine, e una riduzione delle tensioni muscolari e nervose. Queste condizioni aiutano le strutture cerebrali deputate allo svolgimento delle funzioni cognitive superiori, tra cui memoria, attenzione, concentrazione, linguaggio e ragionamento».
Ma per mettersi in moto fuori casa in modo efficace, da dove partire? Uno sport vale l’altro oppure una pratica si dimostra più valida? «Per un maggiore incremento cognitivo è meglio preferire sport “simmetrici“, che fanno impiegare entrambi gli arti (destro e sinistro) di tutte e due le porzioni del corpo (superiore e inferiore) e “complessi”, in cui i movimenti non sono predefiniti e ripetitivi, ma molteplici e imprevedibili», spiega il professor Iannoccari, «Consigliabili sono il nuoto, la pallavolo, il basket e il calcio, che prevedono il gioco di gambe e di braccia, ma comunque basta fare movimento, “qualunque sia” e non occorre trasformarsi in campioni professionisti, perché tre sessioni alla settimana all’aperto, ognuna di un’ora, sono più che sufficienti per “aprire” la mente».