Un giorno a Casa Lerario, affermato agriturismo di Melizzano ( BN), arriva Stefano Caffarri di cui leggemmo Appunti di Gola ed ora alle iniziative speciali de “ Il Cucchiaio d’Argento”. Ci muove la necessità di conoscerlo ma anche di vedere lo scrittore e blogger direttamente ai fornelli a proporre la sua cucina emiliana. In una terra, quella sannita, che ha qualche similitudine ( al netto dell’olio) con la Emilia delle colline e delle culture rurali del maiale. Stefano lo incontriamo mentre stende la sfoglia per l’erbazzone, assistito dallo staff di Casa Lerario, tra cui delle signore di esperienza che sono oggi validissime come “rezdore” sannite. Ci parla della cultura dell’aceto balsamico tradizionale di Reggio Emilia in cucina ( nel suo ricettario anche ABT in piatti di Baccalà) e della essenzialità delle erbe spontanee per l’erbazzone, cucina povera del reggiano oggi ospitata negli antipasti dei migliori ristoranti della regione. I suoi racconti li ritroviamo poi nei piatti in cui il maiale utilizzato è campano e, segnatamente, maiale nero casertano dell’agriturismo Casa Lerario. Quando si affronta il tema affinamento, qualità delle carni e dei salumi, con esperti di tal fatta della profonda Emilia Romagna, il giudizio ottimo vuol dire che siamo all’eccellenza. In antipasto non poteva mancare “Il gnocco fritto“, con “il” davanti che a Reggio se dici “lo gnocco “ ti guardano male.. preparato col farro in una variante di gran croccantezza che ci piace sperimentare infantilmente bucando la bolla per infilarci la fetta di capocollo di nero e passare poi all’erbazzone, una torta salata fatta da un fondo di pasta ripieno con un impasto di solito di bietole lesse e spinaci lessi, uova, parmigiano reggiano,nella variante reggiana viene chiamato lo Scarpazzone. A tavola abbiniamo i vini di Cantina Cautiero, iniziando da Vita Nuova Rosato IGT 2015, il cui aglianico lo rende tra i rosati più…rossi in circolazione… Nei primi, di solito, si celebra l’eccellenza della cucina emiliana e non è da meno Stefano che ci delizia con dei Tortelli di Zucca con fave di Cacao davvero superbi, perfetto il bilanciamento della vasta gamma di sensazioni che il piatto, “bissato e trissato “ da molti, riesce a regalare, aiutato anche da un notevole Parmigiano Reggiano 36 mesi spolverato sopra, intanto proviamo due Bianchi di Cautiero, da ricordare il il Trois ( in francese) sapido e avvolgente Greco la cui nota amara è particolarmente utile sul primo proposto. Il secondo è il cotechino di maiale nero casertano con zabaione all’aceto balsamico tradizionale, la salsetta è deliziosa e merita il bis anche dopo aver terminato il cotechino, una miscelazione in grado di “ingannare” il grasso e rendere sempre gradevolissimo il ricco medaglione di maiale nostrano che passa l’esame dell’esperto reggiano, mentre Fulvio, di Cantina Cautiero ci propone giustamente il suo Donna Candida Aglianico DOC 2010, il cui leggero boisè lascia trasparire un lavoro in botte importante e appassionato da parte di questa piccola cantina di Faicchio. I dolci, si sa, non sono il punto forte della ottima cucina emiliana, ma si doveva pur terminare in tema, quindi largo al Belsone, usanza tipo panettone del sabato santo pocciato in vin santo. Davvero una bella immersione nella cucina emiliana con uno scrittore e comunicatore “non-chef” , autentica miniera di cultura enogastronomica d’Italia. Merita la visita, anche senza Caffarri, Casa Lerario a Melizzano, borgo sannita nella cui campagna, ormai, vi sono 5 o 6 realtà della ristorazione e della produzione agroalimentare che lo rendono uno scrigno di cultura enogastronomica di altissima qualità in Campania. A Casa Lerario la cucina è incentrata su piatti tradizionali realizzati con i prodotti dell’orto e del territorio. L’agriturismo della famiglia Lerario dispone, inoltre, di tre confortevoli appartamenti, arredati con gusto e con tutti i comfort, per consentire un rilassante soggiorno ai piedi del Taburno.