Lo spumante in Campania ha una sua storia, piccola ma che tratteggia la sua indubbia qualità, se è vero come citano fonti degli anni ‘ 30 che addirittura il Principe Umberto di Savoia all’inaugurazione della mostra dei vini irpini, visitò lo stand dell’azienda agraria Di Marzo di Tufo (AV) e assaggiando lo spumante ottenuto dal vitigno Greco di Tufo, disse: “Conosco ed apprezzo questo spumante più di molti altri; anche la Principessa lo preferisce”. Negli anni seguenti le sperimentazioni della Scuola Enologica di Avellino portarono a produrre anche uno spumante dal vitigno Fiano di Avellino. In seguito l’attività spumantistica in Campania, grazie all’impegno e al lavoro di alcuni enologi che individuarono le varietà per la realizzazione di una buona base spumante, ha avuto ulteriori sviluppi. Primo fra tutti l’Asprinio d’Aversa, che già nel 1985 divenne oggetto di studio e sperimentazione, attraverso le prime rifermentazioni in bottiglia eseguite dall’enologo Gennaro Martusciello. Il fascino delle Alberate, e il carattere duro e spigoloso di queste uve si sposava perfettamente con le bollicine, e subito si capì che lo spumante e l’Asprinio erano fatti l’uno per l’altro. Oggi in Campania si producono un milione di bottiglie di spumante, ottenute da varietà diverse come l’Asprinio, che resta il re delle bollicine campane ma anche la Falanghina, il Greco, il Fiano,e , per la bacca rossa, il Coda di volpe e l’Aglianico.
Sono molte le Dop in tutte le province campane che prevedono nei loro disciplinari la versione spumante, eccole:
Greco di Tufo bianco spumante Irpinia, Falanghina b. spumante Fiano b. spumante Greco b. spumante Vesuvio – Lacryma Christi del Vesuvio b. spumante Campi Flegrei Falanghina b. spumante Ischia b. spumante Aversa Asprinio b. spumante Sannio Aglianico r. spumante Aglianico rosé spumante Barbera r. spumante Coda di Volpe b. spumante Fiano b. spumante Moscato b. spumante Piedirosso r. spumante Sciascinoso r. spumante Falanghina del Sannio b. spumante Costa di Amalfi b. spumante Castel San Lorenzo Moscato b. spumante. I metodi di spumantizzazione sono diversi, i più utilizzati sono il metodo classico (o metodo champenoise o metodo tradizionale o metodo della rifermentazione in bottiglia) e il metodo Martinotti / Charmat (o metodo delle rifermentazione in autoclave o metodo italiano), questo’ ultimo decisamente preferito dalle aziende vitivinicole della regione. Spumantizzare, per un’azienda, significa venire incontro alle esigenze del consumatore che ricerca ormai le bollicine anche per accompagnare i pasti, non solo per i brindisi.