Negli ultimi 9 mesi in Cina abbiamo venduto tanto vino quanto in tutto lo scorso anno. A settembre infatti il valore delle vendite di vino italiano ha superato quota 90mln di euro. Ma la crescita sovraperfomante del nostro prodotto (+28,1%) non basta: la Cina, quarto buyer globale di vino, è per l’Italia solo il decimo cliente con una quota di mercato che rimane ancorata al 5%. Di questo si parlerà al convegno Business Strategies “Il mercato del vino in Cina: quali sviluppi?”, in programma il 6 dicembre (ore 11.30) al wine2wine di Veronafiere. All’appuntamento, oltre alla ceo di Business Strategies, Silvana Ballotta, due personalità chiave del mondo enologico cinese: Zuming Wang, vicesegretario generale del dipartimento governativo per la legislazione sugli alcolici in Cina, il Chinese Alcohol Bureau, e Tao Weng, divulgatore della cultura cinese del vino in tutto il mondo, capo della Shanghai Dawen Information Development Ltd. e vice general manager dello Shanghai Morning Post (Shanghai United Media). “In Italia non abbiamo ancora compreso il fenomeno vino in un Paese che in 10 anni ha visto crescere le proprie importazioni da 75mln a oltre 2mld di dollari – ha detto la ceo di Business Strategies, Silvana Ballotta –. Lo vogliamo fare a wine2wine attraverso due player cinesi importanti sul fronte delle dinamiche di mercato e della percezione dell’immagine di un prodotto del made in Italy considerato ancora marginalmente rispetto ad altri”.
Secondo le elaborazioni dell’Osservatorio Paesi terzi di Business Strategies e Nomisma Wine Monitor, è di 90,2mln di euro il valore delle importazioni di vino italiano registrato da gennaio a settembre di quest’anno (90,6mln nell’intero 2015). In forte recupero il comparto dei fermi imbottigliati (93% del mercato) italiani, che fanno segnare in valore una crescita del 35% sul pari periodo 2015, contro un incremento medio del 21%.