Ritorna venerdì 18 novembre l’appuntamento con il Premio Ruperto da Nola: i simpatizzanti della filosofia Slow Food si danno appuntamento alle ore 18 a Nola nella Chiesa dei Santi Apostoli in via San Felice.
Il Premio nasce per segnalare il lavoro di quanti difendono, promuovono ed arricchiscono il patrimonio enogastronomico del territorio nolano e della Campania, contribuendo a rilanciarne le potenzialità. Tre le categorie professionali premiate: produttore agricolo, cuoco e comunicatore, inteso quest’ultimo come giornalista, scrittore o ricercatore. Ad esse si aggiunge la sezione speciale Slow Life, dedicata a personalità pubbliche che con le loro attività in campo sociale e culturale hanno affermato i principi della qualità della vita e della salvaguardia dell’ambiente, diventando autentici esempi da imitare.
A destare curiosità e attenzione è la scelta di consegnare il riconoscimento a monsignor Beniamino Depalma, vescovo di Nola, da pochi giorni al termine del suo episcopato per raggiunti limiti di età. Sotto la sua guida la diocesi nolana è diventata un punto di riferimento in tante questioni ambientali e sociali, sempre in prima fila nella salvaguardia del territorio e dei beni comuni: una testimonianza di stima al presule che più volte è intervenuto sul campo contro gli scempi ambientali, a sostegno dell’impegno civile, vicino ai bisogni di cittadini e lavoratori.
Tra i protagonisti di questa edizione Antonio Fiore, giornalista e scrittore, sceneggiatore per il cinema e autore di testi teatrali, per quasi venti anni ha tenuto sul Corriere del Mezzogiorno la seguitissima rubrica gastronomica A Tavola e oggi continua a curare il suo blog Il critico maccheronico.
Il cuoco Alfonso Crisci, patron del ristorante Taverna Vesuviana di San Gennaro Vesuviano, la cui storia d’amore con la cucina è cominciata a 14 anni in una lunga avventura tra i banchi della scuola alberghiera e le esperienze all’estero: allievo di Fulvio Pierangelini, icona della gastronomia italiana e fondatore del celebre Il Gambero Rosso, Crisci ha puntato sulla sfida dell’incontro tra palati tradizionali e un nuovo tipo di cucina che racconta la preziosità delle materie prime, valorizza il divertimento, i colori, le geometrie e l’importanza del gioco di squadra.
Il produttore Franco Mosca, che con la sua piccola azienda agricola protegge con straordinaria passione le tradizionali colture vesuviane dal consumo di suolo e dall’omologazione commerciale della grande distribuzione, lavorando incessantemente per rilanciare il valore della prelibata albicocca pellecchiella del Vesuvio e dell’uva catalanesca del Monte Somma.
L’iniziativa, promossa da Slow Food agro nolano in collaborazione con la Pro Loco cittadina, prende il nome dal misterioso e affascinante personaggio di Ruperto, cuoco delle case nobili nolane vissuto all’inizio del XVI secolo, chiamato a Napoli nella prestigiosa corte di re Ferdinando I d’Aragona, dove entra in contatto con gli uomini più potenti e influenti del suo tempo. Uno chef la cui testimonianza storica arriva ai giorni d’oggi come autore di uno dei primi libri di cucina di cui si ha memoria, con annesse raccomandazioni e istruzioni sul servizio a tavola. Noto come Libro de guisados e recentemente riedito grazie all’impegno della giornalista Antonella Laudisi, la grande raccolta riunisce 242 ricette del maestro dei fornelli e ci conduce pagina dopo pagina in un insolito viaggio nel favoloso mondo della cucina mediterranea del Rinascimento. Mentre le statuine simboleggianti il Vesuvio ed il sole della Campania Felix sono forgiate ancora una volta da Lello Esposito, scultore napoletano apprezzato in tutto il mondo per le sue celebri rappresentazioni di Pulcinella e San Gennaro.
“Continuiamo a operare tra mille difficoltà per dare valore alle esperienze positive di questo territorio – sottolinea Gianluca Napolitano, fiduciario di Slow Food agro nolano – passano gli anni e il Premio Ruperto diventa uno strumento sempre più utile per dare il giusto rilievo a chi si impegna ogni giorno e senza clamore nella tutela delle produzioni agroalimentari, nella promozione delle nostre risorse naturali, in difesa dell’ambiente e dei beni comuni. Ma troppe sono le disparità e le incertezze, è necessario che le istituzioni facciano molto di più per superare rapidamente da una crisi economica e sociale senza precedenti”.
Dopo i saluti del sindaco Geremia Biancardi, del presidente della Pro Loco, Carmelo Martinez, del presidente della Fondazione Hyria Novla, Felice Scotti, dell’assessore ai Beni culturali, Cinzia Trinchese, insieme ai premiati prendono parte al dibattito Angelo Petillo, responsabile della giuria del Premio, e Giuseppe Orefice, presidente Slow Food Campania.
Il programma prosegue giovedì 1 dicembre alle 20.30 con “La grande cena di Ruperto” presso il salone dell’Istituto Alberghiero “Carmine Russo” a Cicciano. All’evento è possibile partecipare solo su prenotazione, contattando l’indirizzo e-mail info@nolaslow.it oppure telefonando ai numeri 360517261 – 3289024494.