Visita guidata dalla grotta di Seiano al parco archeologico di Pausilypon e su Aquavision, tra grande storia, peschiere,natura e ville imperiali nell’epoca d’oro del mito
Uno degli itinerari più suggestivi e forse meno conosciuti a Napoli è senza dubbio quello che ci porta alla scoperta della Posillipo Imperiale in barca nell’area marina protetta Parco Sommerso di Gaiola, dopo aver attraversato la Grotta di Seiano e il Parco Archeologico Ambientale del Pausilypon. Svolgiamo l’itinerario grazie all’Associazione “Loro di Napoli” in partnership con gli operatori del CSI (Centro Studi Interdisciplinari) Gaiola Onlus, impeccabili e appassionati nell’attività di guida come in quella di tutela e divulgazione della area marina protetta più piccola d’Italia ( circa 40 ettari). Il tour ha giustamente il titolo “ In Paradiso da Vivi”. Il punto di partenza, di buon mattino, è proprio da uno degli accessi principali nell’epoca romana, ovvero la Grotta di Seiano, un tunnel di quasi ottocento metri messo in sicurezza tramite archi dai Borbone che la portarono alla luce, da attraversare godendosi il fresco ma anche osservando come i gialli archi duosiciliani e le mura imperiali trasudino storia; un racconto di alta ingegneria e di lavoro messo in campo probabilmente dal plenipotenziario imperiale Seiano per fornire accesso al complesso di Ville di Posillipo ( dal greco “luogo Libero dagli affanni”), praticamente un mini villaggio costruito dal ricco esattore romano Pollione, lasciata poi in dono ereditario all’imperatore Augusto che vi apportò modifiche, rendendo i luoghi ancora più maestosi, con un teatro in cui potessero essere ospitati 2000 persone contiguo ad un altro più piccolo e privato. Notevole la “sala di rappresentanza” dove sono stati in parte ricostruiti i pregiati marmi che affasciavano finanche il pavimento. Il parco è immerso nella macchia mediterranea che avvolge quest’angolo di Posillipo, salvaguardato anche in età moderna grazie alla sua difficile accessibilità; è il luogo di tamerici, ginestre, leccete, fico d’india, su cui i gheppi volteggiano costantemente incrociandosi con i cormorani. Si deve camminare un pò, e dopo aver ammirato dall’alto l’isola della Gaiola, una ripida discesa ci porta nella zona dell’area protetta. Frequentatissima, ma con rispetto, da tanti bagnanti, con possibilità di accedere, nella quota di massimo cento unità giornaliere, anche nell’area Riserva A, quella meritevole di maggior protezione. Non vi è plastica in giro, nè si può introdurre cibo. Dopo la presentazione da parte degli operatori di CSI Gaiola Onlus del loro lavoro di biologi ed archeologi marini presso il centro visite, stacchiamo la vista dalla monumentale “Skyline” dell’isola della Gaiola; intorno il tufo giallo napoletano la fa da padrone, donando anche tanta serenità alla vista, con un cromatismo tutto mediterraneo sposato benissimo con l’azzurro del mare, e siamo in un mare pulitissimo, non solo grazie alla riserva; infatti qui da sempre agisce un autentico canyon sottomarino arrecante flussi provenienti dalle isole del golfo, capace di spazzare le correnti di superficie responsabili altrove dei fattori inquinanti. Un posto benedetto da Dio ( o dagli Dei) da sempre, scelto per la sua incomparabile bellezza e tranquillità dalla elite romana più influente dell’età imperiale. Salendo sul Battello Aquavision con gli operatori di CSI Gaiola Onlus, guardandoci attorno abbiamo la sensazione di essere avvolti dal bello e dai pensieri, di pace e di guerra, che imperversavano nelle menti degli attori della storia dell’età imperiale a cavallo tra il I secolo A.C. e il II secolo D.C. Non solo Augusto e la sua corte, ma come dimenticare che di fronte si staglia Nisida, isola che intera costituiva la villa di Bruto il cesaricida, e forse proprio tra quegli agi e quelle bellezze la congiura prese forma, negli intrighi e nei piani svolti tra le pause di uno spettacolo in quel teatro in cui declamò con certezza anche il grande Virgilio, un luogo, questo, dove il Poeta di Mantova si guadagnò anche la sinistra fama di Mago, capace di “inventare le terme” o costruire in una notte utili tunnel. A pochi metri anche la sua Tomba.
Su Aquavision è possibile, attraverso il fondo con vetro, ammirare la vasta area del parco sommerso, infatti le maree e il bradisisimo hanno reso sottomarine alcune meraviglie pari a quelle che abbiamo visto nel lato visitabile del parco. Arriviamo lungo la costa alla Villa degli Spiriti, a Marechiaro e poco più a destra la classica “Fenestella” per una volta la si vede dal mare. Marechiaro, da millenni borgo di pescatori è chiamato così dal vecchio toponimo Mare Planum, ovvero calmo, in “Napolitano” quindi diventò “Chiaro”, ebbro da sempre, ed ancora oggi, di inedita pescosità. Dal fondo scorgiamo approdi costituenti l’antico porto ma soprattutto le mirabili peschiere ricavate scavando le rocce tufacee nel mare, vasche artificiali in grado di ospitare allevamenti di mitili e soprattutto di murene. I “murenari “ non potevano mancare in una villa imperiale; sono queste le peschiere romane più grandi del mediterraneo, degne di un imperatore presso il quale la murena non solo trionfava a tavola, ma che anche nuotando sotto la villa testimoniava la forza e l’aggressività del proprio padrone.
E’ qui che Seneca ambientò alcuni dialoghi del “De Ira”: narrò della punizione desiderata da Pollione per il proprio schiavo reo di aver rotto un prezioso vaso: farlo tuffare nella vasca delle murene, al che il giovane Ottaviano Augusto, prossimo all’impero, nella sua magnanimità, decise di invitare i commensali a gettare ogni vaso di Pollione nella peschiera, sfidandolo ad infliggere loro la medesima punizione, ovvio Pollione si ritrovò a dover scusarsi con l’illustre ospite, un magnanimo princeps che causò quindi anche la rottura di ogni vaso di chi lo ospitava…
Costeggiando in direzione Nisida troviamo la Baia dei Trentaremi, un tempio della pozzolana e del tufo giallo napoletano, in cui il cesellamento degli scavi dava vita ad un intenso traffico commerciale di queste utilissime risorse minerali verso ogni paese conosciuto, partendo proprio dal porto di Puteoli, allora città guida del territorio. Da notare che se Puteoli e Pausylipon avevano mission civile, di otium e di commercio, a poche miglial’occhio arriva a Capo Miseno, dove la flotta navale militare aveva la sua sede maggiore nell’impero e con Miliscola la sua scuola militare ( appunto da Milites Schola). Uno sguardo al fondo per farci capire che a poca distanza c’è la solfatara e che navighiamo praticamente in una caldera di vulcani di diecimila anni fa (grazie ai quali questo paradiso e queste risorse sono state generate) per ammirare le fumarole subacque con le bollicine che si infrangono sulla chiglia. Concludiamo la parte nautica dell’itinerario volgendoci all’ isola della Gaiola, originariamente un promontorio reso isola dalle nuove architetture marine apportate in età imperiale e forse ad ideare il tutto fu il celebre Lucullo. Alla fine del 1800 vi fu edificata una villa da parte di una società che intendeva commerciare in pescato, l’impresa fallì a edificio non ancora completato; da allora i cambi di proprietà hanno significato anche sfortuna, morti e fallimenti per i proprietari. Dal 1980 la Gaiola è della Regione Campania e vi è da circa dieci anni l’ottimo lavoro di divulgazione e tutela di CSI Gaiola Onlus che ha in progettazione anche di ristrutturare e destinare la villa ed i due bracci collegati dal caratteristico ponticello ad osservatorio di biologia marina e foresteria per ricercatori, senza però mai abdicare alla necessaria fruizione da parte di un turismo responsabile che qui vive altissime esperienze: dalla riscoperta archeologica ad un ambiente marino e naturalistico eccezionale.La gestione dell’area della Gaiola è anche una delle positive testimonianze della sinergia tra stato, privato sociale e mondo della ricerca per la miglior fruizione di beni culturali con tali peculiarità. Questo stesso itinerario ”In paradiso da Vivi”, identico a quello svolto da Alberto Angela in una puntata di SuperQuark, può essere ripetuto anche il 17 settembre, data in cui l’Associazione Loro di Napoli riproporrà questa escursione guidata, di certo una delle più belle in una Napoli nascosta sempre più meritevole di essere vista di nuovo come Terra del Mito.
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