L’Associazione Terre del Falerno e le cantine del Massico, con l’immensa eredita’ culturale di cui sono ambasciatrici, hanno impreziosito con il gioiello della Storia le edizioni 2016 di due delle manifestazioni a piu’ alto richiamo che hanno luogo sull’antico territorio dell’Agro Falerno in Campania. Sia il Lunarte Festival di Casanova che il Calici di Stelle&Notte Bianca dell’Arte di Mondragone hanno visto protagonisti gli spazi espositivi e degustativi predisposti dalla Presidente Maria Zampi ed il team dell’Associazione che unisce i comuni di Carinola, Cellole, Mondragone, Falciano del Massico e Sessa Aurunca insieme ad altri organismi pubblici e privati del territorio, tra cui i produttori Cantina Viticoltori Migliozzi, Cantina Bianchini Rossetti, Cantina Fattoria Pagano, Cantina Trabucco, Cantina Regina Viarum, Cantina Santoro, Cantina Gennaro Papa, Cantina Zannini, Cantina Capizzi, Cantina Collefasani, Cantina Volpara, Cantina Ager Falernus, cantina Vitis Aurunca, Antica Distilleria Petrone. “Duemila anni di Storia, ma i grandi amori non finiscono mai”, questo lo slogan che campeggiava ai due appuntamenti al fine di riassumere il racconto racchiuso nelle bottiglie aperte alla visita degli avventori e winelovers. Quel Nettare degli Dei che oggi perpetua la sua unicita’. “Mettere insieme la quasi totalita’ dei winemaker di Falerno e presentare i loro vini come un prodotto unico, inteso tra l’altro come bene culturale, e’ stata esperienza e soddisfazione immensa” ha dichiarato la dott.ssa Zampi presente in persona agli stand. Di grande interesse e’ stata infine la conferenza che al Calici di Stelle di Mondragone e’ stata inserita nel programma. Terre del Falerno vi ha partecipato con la stessa Maria Zampi e invitando il noto giornalista Peppe Iannicelli, che ha con brio ritmato il dibattito con il collega Baldassarre, con il Sindaco di Mondragone Giovanni Schiappa, con il wine export manager Pietro Alfieri, con il produttore Antonio Papa, con l’enologa casertana Anna Della Porta e con Luigi Crimaco, direttore del Museo Civico Biagio Greco, che ha illustrato i risultati del sensazionale scavo che ha portato alla luce la villa rustica romana in localita’ Columbrella, forse la piu’ antica dove veniva prodotto il Falerno e comunque una delle oltre trecento di cui si conoscono evidenze in uno dei compensori archeologici scientificamente piu’ interessanti del meridione.Una scoperta che può portare nuova linfa all’enoturismo sul territorio e costiture un ulteriore volano per l’affermazione del Falerno del Massico DOP nei mercati nazionali ed internazionali.