Dom. Dic 22nd, 2024

pizzaUn pomeriggio corale ed appassionato, così si è rivelata la presentazione ufficiale di “Amici per la pizza” a chi ha scelto di seguirla in diretta presso la pizzeria 3Voglie di Battipaglia (SA).
Un viaggio ideale attraverso 7 territori campani, 7 storie e 7 pizze, quelle dei giovani e talentuosi pizzaioli che hanno aderito al progetto firmato da Luigi Savino, fondatore del blog Campania Terra Laboris e fotografo della pizza napoletana da anni, con all’attivo un archivio (anche storico) invidiabile ed unico nel suo genere.

Ad aprire le danze è stato Vincenzo Paolo Capasso della Pizzeria Capasso di Napoli con la sua pizza fritta ripiena di ricotta di pecora, provola fresca di Vico Equense, cicoli e pepe. Un trionfo della napoletanità, in ricordo di un vero rito che vedeva le donne dei bassi (per arrotondare) preparare questo antico street food per i passanti. “Perchè i pizzaioli di un tempo a Napoli erano proprio le donne” ricorda fiero Vincenzo, così come condivide con commozione il ricordo del momento in cui per la prima volta suo nonno lo ha iniziato alla lavorazione dell’impasto.
Sarà lui il protagonista – assieme a Valentino Tafuri – del primo appuntamento delle cene a 4 mani di Amici per la pizza, in programma il prossimo 3 maggio, alle ore 20 presso la pizzeria 3Voglie.

A stupire con la sua mela Annurca aggiunta a crudo sulla pizza è stato Angelo Rumolo della pizzeria Grotto Castello di Caggiano (SA). Anche lui ha iniziato a fare la pizza da bambino nel locale di famiglia e da allora non ha più smesso. “La pizza è la mia vita, oltre ad essere il mio pasto quotidiano”, racconta al pubblico. Nel suo percorso nel mondo dell’arte bianca ha cominciato a fare la differenza quando si è appassionato alla materia prima che utilizza per comporre le sue pizze. In primis le erbe spontanee che crescono sulle montagne vicino a casa. Da lì attinge prelibatezze e suggerimenti unici, come la minestra maritata che ha abbinato alla salsiccia caggianese ed alla stracciatella di fior di latte, chiudendo con delle fettine di mela Annurca.

Andrea Lepore, invece, della pizzeria Taverna di Orazio di Benevento ha una storia più articolata. Il suo sogno era fare lo chef, ecco perchè nel 2012 – in Scozia – era alle prese con un’esperienza da aiuto cuoco. Ma viene eccezionalmente deputato ad affiancare il pizzaiolo, per necessità. E questa occasione gli rivelò il suo vero futuro: fare il pizzaiolo. “I panetti sono vita che pulsa”, sottolinea, “già al tatto sento che c’è qualcosa di magico”. E come dargli torto, chiunque abbia mai messo le proprie mani in un impasto e ne abbia poi osservato la lievitazione, non può che confermarlo.
Col sogno in tasca di aprire una sua pizzeria, Andrea ha presentato per l’occasione una pizza con la salsiccia rossa di Castelpoto ed il caciocavallo di Castelfranco in Miscano.

A continuare la presentazione è stato il padrone di casa, Valentino Tafuri. Oggi felice patron della sua pizzeria, sin da piccolo ha percepito il richiamo della pizza. “Nella pizza ci sono molti mondi”, racconta “oltre al mio ed alla possibilità di estraniarmi durante la lavorazione, ci sono i mondi dei produttori e di tutte le persone che con sacrificio e dedizione contribuiscono alla riuscita di quella piccola ed irripetibile opera d’arte”. La sua pizza non poteva che chiamarsi Battipaglia, in onore della sua città. Semplicemente corredata dal pomodoro Fiaschello battipagliese (recentemente recuperato dall’oblio) e dalla mozzarella di bufala campana DOP.

Un’altra lunga storia di generazioni e gesti sedimentati nella cultura familiare viene da Rodolfo Sorbillo della Pizzeria Sorbillo di Salerno. Quarta generazione della nota famiglia napoletana dei Sorbillo, oggi porta avanti la sua pizzeria di famiglia, nel centro della città. “Ho ammaccato la mia prima pizza a 6 anni, da allora dopo la scuola mi sono sempre dedicato a questa attività. Devo ringraziare in particolare mio zio Gino, per avermi dato tanti consigli ed aver seguito con me l’apertura della mia pizzeria.”
Per gli “Amici per la pizza” si è fatto ambasciatore della Costa d’Amalfi proponendo una Cetara con pomodorini di Corbara, alici di Cetara e provola di Tramonti.

A raccontare la bella e rigogliosa Irpinia è stato il Michelangelo della pizza, ovvero Angelo Casale della Pizzeria Il Cantiere di Mercogliano (AV). Gragnanese di nascita, ha fatto le sue prime esperienze nella pizzeria di famiglia a Torre Annunziata, poi ha trovato la sua strada innamorandosi man mano di un mestiere che all’inizio era solo un lavoro.
“Mi sono appassionato solo in un secondo momento alla pizza, all’inizio era un lavoro. Oggi però posso dire che non è più così, è una passione che mi dà anche da vivere e non potrebbe esserci di meglio. Se fossi una pizza? Sarei una marinara, semplice e complessa allo stesso tempo”.
Per parlare della sua terra ha scelto di presentare una pizza con patate schiacciate, mozzarella Fonte di Formaggio di Forino (AV), salsiccia Pezzente (fegato, milza, polmoni, semi di finocchio e peperoncino) e papaccelle.

A chiudere questo intenso viaggio tra storie e territori è stato Salvatore Lioniello della Pizzeria Lioniello di Orta di Atella (CE). La sua pizza con pesto di noci, salsiccia di maialino casertano, bufala campana dop e pecorino romano, ha scelto di rifinirla con olio bio alla canapa. “Cerco di rimodulare tradizioni di famiglia ed antiche abitudini, la pizza è creatività. Se fossi una pizza sarei senza dubbio una marinara delicata. Anche questa è una nostra invenzione, ci siamo ispirati a mia nonna che amava cucinare i germogli dell’aglio, visto che lavorava in un’azienda che ne produceva. Ecco che utilizzando i germogli e non l’aglio si ottiene una delicatezza che non ci si aspetta”.

Alla presentazione – condotta dalla giornalista enogastronomica Antonella Petitti – hanno preso parte diversi produttori, tra cui Salvatore Martusciello – produttore del Gragnano Otto Uve – servito per l’occasione dal sommelier Andrea Moscariello, presidente dell’Associazione Master Wine.

I partners del progetto “Amici per la pizza”: Molino Caputo, Salvatore Martusciello, Gustarosso, Giolì, i Sapori di Corbara, Olio Torretta e Chirico.

Di Carlo Scatozza

redattore di Campania Slow | Contatto Facebook: http://it-it.facebook.com/people/Carlo-Scatozza/1654720386

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.