Agosto e settembre sono il periodo d’oro del pesce campano. In tutti i mercati e nei ristoranti della Campania il pesce fresco è tutto – o quasi – stato catturato nelle acque nostrane. Da inizio agosto è infatti imposto il fermo biologico a tutto il Mare Adriatico che terminerà il 6 settembre per i prodotti pescati dal Trieste a Rimini e fino al 27 settembre per il pesce da Pesaro a Bari. Per i pescherecci campani il fermo si avrà dal 19 settembre al 18 ottobre. Il fermo biologico è voluto dalla Unione Europea per consentire la riproduzione del pesce ed evitare l’impoverimento della risorsa ittica.
Con i mercati a corto di prodotti freschi provenienti dall’Adriatico quindi questo è il periodo in cui si può trovare abbondanza di pesce azzurro del Tirreno come le alici e le meno pregiate, ma altrettanto buone aguglie, oppure le palamite e lo sgombro. È anche il periodo dei richiestissimi saraghi.
Ma proprio perché si è in un periodo particolarmente favorevole per i pescatori della costa campana che è facile trovare la frode, spacciando per pesce fresco i prodotti congelati.
“Non c’è un unico metodo per riconoscere il pesce fresco rispetto a quello di qualche giorno o, peggio, decongelato – spiega Fulvio Giugliano, presidente del Consorzio pescato Campano – Ci sono vari accorgimenti da adottare a seconda delle circostanze e non limitandosi solo alle apparenze. Il pesce fresco profuma di mare e l’occhio deve essere vivido e gonfio. La pelle deve essere brillante. Le squame non si devono staccare con facilità dalla pelle che è avvolta dal muco cutaneo. Le branchie del pesce sono di un colore rosso brillante. Infine, se si scuote il prodotto e rimane rigido vuol dire che è fresco. Al di là di queste osservazioni è necessario acquistare il pesce nelle pescherie di fiducia. I prodotti del Consorzio Pescato Campano, ad esempio, sono seguiti dal momento della cattura fino a quando vengono portate al distributore al dettaglio. Il nostro marchio è presente nel punto vendita”.