Sab. Nov 2nd, 2024

mangiafoglia-salaA Napoli da qualche mese le foglie non si muovono, si mangiano! Come? Alla parmigiana, alla rustica, alla dama, all’agro dolce, alla giardiniera, alla salsa di cedro, in frittella,e ancora, alla “corradina”, “buona donna”, incaciate”, “mmbuttunate”… “Mangiafoglia Ristorante Napoletano” nasce dall’ omonimo appellativo attribuito ai napoletani fino a inizio ‘700, sostituito poi con quello, già in uso ai siciliani “Mangiamaccheroni”. Per comprendere l’idea perseguita dal Patròn, Stefano Civita, ingegnere per nascita e gourmet per passione, bisogna tornare con la mente  ai primati napoletani in cucina  o meglio nell’arte e nella scienza culinaria. Il pensiero va a Vincenzo Corrado, Direttore delle Seterie di San Leucio, studioso e dotto “gastronomo”, autore del “Cuoco Galante” e  “Del Cibo Pittagorico ovvero erbaceo”, dove catalogò separatamente la “cucina delle erbe” o come egli stesso dice e scrive nel suo libro, “Del Cibo Pittagorico ovvero erbaceo. Per uso de’ nobili e de’ letterati”:“il vitto pittagorico”,“cavolfiori, torzuti e cappucce alla Pompadour, alla glassa, all’agro dolce, etc”. Il libro  del Corrado (di recente aggiornato e riproposto dalla giornalista e scrittrice napoletana, Lejla Mancusi Sorrentino) può quindi definirsi  antesignano Trattato sulla cucina vegetariana in generale e precursore della Dieta Mediterranea (Patrimonio Immateriale dell’Umanità –  Unesco), in quanto il concetto ispiratore dell’opera introduce un tema – allora rivoluzionario – oggi di grande attualità; egli prediligeva e consigliava l’uso in cucina di ingredienti semplici e naturali, per lo più di origine agricola, sostenendo che anche in questo modo era possibile imbandire fastose e prelibate mense. E’ questo l’elemento nuovo e distintivo del Mangiafoglia: per la prima volta a Napoli, un ristorante non si presenta quale destinazione esclusiva di un certo tipo di pubblico, ma nel solco della tradizione, intende rileggere e rivisitare con cultura e fantasia, le fasi della “rivoluzione” socio -gastronomica del passaggio avvenuto nella seconda metà del XVII secolo, nell’alimentazione dei  napoletani, da “mangiafoglie”  a “mangiamaccheroni”. In un momento in cui la gastronomia, dai ristoranti stellati alle antiche trattorie della città, mostra una marcata tendenza al ritorno alla semplicità, al gusto delle cose semplici, ecco l’idea di Mangiafoglia di “rieducare” al gusto, scoprendo l’innovativa modernità della tradizione più autentica. In cucina Gennaro Raia, chef di lungo corso, con solide basi nel passato e perciò capace di guardare al futuro  con cognizione ed equilibrio. Tra i suoi piatti, sempre di stagione, legati al territorio e con prodotti d’eccellenza: la “fricassea all’amalfitana”, il  timballo di “scammaro”,   lo “stufato di seppie con olive bianche”, il “sartù miniato”, “la genovese fujuta”… Mangiafoglia non è solo Ristorante al primo piano di uno storico palazzo del centro,  ma anche Bar: è infatti prossimo alla riapertura Mangiafoglia Bar, a livello strada,  la versione veloce e easy con un’offerta che copre tutto l’arco della giornata, dalla colazione, al break salutare, al rito del tea pomeridiano, da gustare in tranquillità con tanto di connessione wi-fi gratuita, fino all’aperitivo serale,  allineato allo stile “mangia foglia”, con un’offerta tradizionale, ma anche assolutamente originale. Durante la settimana il locale diventa calda e sicura meta per una pausa pranzo, veloce, di qualità e mai banale. Di sera la cucina propone un’ampia scelta “mangiafoglie style” dall’antipasto al dessert, completata da un’offerta ricca e curiosa di vini, birre, liquori e distillati. Non è necessario consumare l’intera bottiglia: é infatti disponibile un ragionato assortimento di vini al calice con, a breve, la possibilità di riportare a casa la bottiglia non terminata, custodita nella graziosa “Mangiafoglia Wine Bag”. Mangiafoglia ha voluto inserirsi nella vita sociale della città, divenendo meta per colazioni di lavoro che, secondo il modello internazionale, sono vere e proprie riunioni operative, con un’unica differenza, iniziano alle 7,30 del mattino davanti ad una sontuosa colazione tipicamente napoletana. Il piano superiore ospita regolarmente presentazioni di libri, mostre d’arte, incontri associativi, eventi enogastronomici e feste private. Il calendario completo  inverno – primavera sarà disponibile a giorni. I primi due appuntamenti sono legati alle prossime occasioni di festa: Il 14 febbraio, festa di tutti gli  innamorati,  un menù dedicato all’amore, non solo tra le persone, ma anche per sé stessi  e la propria salute. Lo chef di casa si sta preparando con grande passione per offrire un sorprendente momento di gusto e felicità, con la gioia della scoperta di nuovi sapori, diversi da quelli abitualmente proposti per San Valentino. Lo scoprirete solo prenotando… a fine serata un pratico e dolce pensiero per gli ospiti.  17 febbraio: il Carnevale “alla maniera dei  Magnafoglie”, una serata improntata allo scherzo e alle ricette napoletane “carnacialesche” ispirate al “genio” dei napoletani di saper imbandire laute mense anche con pochi e semplici  ingredienti provenienti dalla Terra. In abbinamento vini campani d’eccellenza da “vigne di città”, prodotti da piccole aziende agricole tutte da scoprire.  A breve la comunicazione completa dei vini e dei piatti in degustazione.

Di Carlo Scatozza

redattore di Campania Slow | Contatto Facebook: http://it-it.facebook.com/people/Carlo-Scatozza/1654720386

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