Nel pieno entroterra del Parco Nazionale Cilento e Diano, non può mancare una visita a Roscigno. Innanzitutto questo nome, così inusuale, è dato probabilmente dalla colorazione del terreno, abbastanza rossastro. Abitato sin dal IV sec A.c. come attesta una necropoli rinvenuta nel monte adiacente il paese nasce in forma stabile nel 1300, come feudo delle famiglie Caracciolo e Villani. Le notevoli frane, da sempre caratterizzanti il territorio, costrinsero gli abitanti al trasferimento nel XVI sec. lasciando praticamente immortalata nei tempi la Roscigno Vecchia, che è oggi Patrimonio Mondiale Unesco . L’antico borgo medievale è un museo a cielo aperto pieno di portali in legno sulle abitazioni, maestose fontane fino ad arrivare alla storica chiesa madre, centro della antica comunità. Curioso vedere alberi secolari inerpicati verso le case disabitate. Il nucleo contemporaneo è a Roscigno Nuova, dove si tende, con turismo e agricoltura a combattere lo spopolamento. Pregevole il Museo della Civiltà contadina che consente di capire gli usi antichi ma anche di verificare gli effetti della lontananza dal mare e dalle grandi vie di comunicazione sulla cucina locale, molto ricca di cacciagione e pasta fatta in casa. Il coniglio ripieno dei prodotti del bosco ne è l’esempio. I salumi e i legumi a Roscigno sono parte di quel percorso di valorizzazione che vede impegnato tutto l’areale di questa parte degli Alburni, più remota, ma altrettanto ricca di fascino tra Cilento e Vallo di Diano.