A Festa ‘e Santantuono, è una grande opportunità per conoscere Rituali e Canti della tradizione contadina in Campania. Mercoledì 14 gennaio alle 9.30, presso l’ Istituto scolastico G. Pascoli in Via Mazzini a Macerata Campania si svolgerà PastellessaLab, seminario sulla Festa di Sant’Antuono patrimonio culturale immateriale di Macerata Campania. Nel corso del Seminario verrà consegnato il premio Historia Loci a don Gennaro Iodice. Nel pomeriggio, in concomitanza con l’avvio del triduo di S.Antonio Abate, si terranno in Piazza De Michele vari giochi storici, che narrano di tradizioni senza barriere a cura dell’Associazione Pinocchio & Geppetto e con i ragazzi dell’Istituto Comprensivo di Macerata Campania. A seguire esibizione insieme ai bottari di Macerata Campania e la corsa nei sacchi, mentre nella Chiesa Abbaziale alle 18.00 è prevista la messa.
Le prime giornate della Festa hanno dato modo ai numerosissimi visitatori di apprezzare la sfilata dei carri tradizionali, popolati dalle battuglie di Pastellessa, formate con la partecipazione di centinaia di persone di ogni età, di Macerata e dei Paesi del circondario che, nei panni degli antichi Bottari, fanno di Macerata una città che suona.E proprio i Canti dei rituali della tradizione campana trovano a Macerata una pratica inusuale in altre zone, scoprendosi come giacimento culturale che tramanda le tradizioni canore da sempre presenti nella regione. Una cultura raccontata magistralmente qualche decennio fa dal Maestro Roberto De Simone nel suo libro “ Son Sei Sorelle” , il titolo è quello di una delle canzoni molto presenti nel repertorio delle battuglie. Il Canto, con echi che riportano al culto della Vergine Maria, riporta allo storytelling della vita contadina di un tempo, in cui, in questo caso il corteggiamento, così , come lo scandire dei vari mesi dell’anno, le feste, è declamato con lo spirito di orgoglio della terra. Uno dei valori portanti è l’ onestà del lavoro della terra e colpisce, in un altro canto, il verso “ Vulimm sul Faticà, simm nat c ‘a mano aizata e nun sapimm manco arrubbà”. Musicalmente pregevole, in particolare, il Carro di Cantinella, riproducente un’ antica osteria, popolato da musici con antichi strumenti, da cui, al termine del repertorio, è venuto l’appello all’orgoglio di rivendicare, per Terra di Lavoro, una tradizione musicale propria, lontana, per ritmi e significati, dal neomelodico attuale. Ogni giorno una scoperta, guardando e sentendo i protagonisti delle battuglie, e come non pensare, assistendo alla sfilata, alle storia delle maschere atellane, campeggiano infatti, sulla prua di molti carri, grandi mascheroni di notevole fattura che riportano alla mente le antiche fabulae di epoca romana. Trenta anni fa il maestro De Simone questo asseriva nella introduzione del suo libro “ Son Sei Sorelle” “La Campania ha perso un bene inestimabile, un’anima culturale da considerarsi patrimonio dell’umanità, che viveva in accordo con la natura, nel rispetto degli alberi (…) e di quella collettività che malgrado lo sfruttamento di cui era vittima (…) mostrava una sua autonomia culturale (…)”. E ancora: “Se si è estinta la tradizione, non si è estinta quella classe di esclusi (…) amaramente convinti di non avere un’identità civile (…)”. Crediamo che quella scossa, almeno qui a Macerata Campania, sia stata compresa appieno, con la riappropriazione e la testimonianza di una identità positiva del passato che guarda al futuro con quei valori. Partecipare alla Festa di Sant’Antuono, che il 16 e 17 Gennaio vedrà il suo culmine, è molto di più che una giornata nel folklore, ma un tuffo nella identità di Terra di Lavoro e della Campania Felix, attraverso la connessione sentimentale con le generazione passate.
Photo laRatta