Dom. Dic 22nd, 2024

finalepresepe2011uh098Tante le opportunità in Campania per vivere le tradizioni del Natale, non rinunciando a degustazioni e illustrazioni delle usanze tipiche dell’artigianato e della cucina nella storia dei popoli rurali della regione, ecco gli appuntamenti col Presepe vivente di Vaccheria di Caserta, quello di Oliveto Citra in provincia di Salerno e con la singolare tradizione dell’albero del Maio in Irpinia a Baiano.

Il Presepe Vivente del settecento napoletano a Vaccheria di Caserta si sviluppa su un percorso di circa due chilometri attraverso le vie del borgo della Vaccheria e il bosco adiacente del Monte San Leucio, ai lati del quale vengono ricreate scene, ambienti e visioni bibliche, alcune delle quali apocrife ma opportunamente studiate e acquisite dalla tradizione napoletana. Il presepe napoletano tradizionale viene riproposto in una visione tecnicamente più vicina agli usi e costumi settecenteschi del luogo, coinvolgendo così ogni visitatore in un’avventura scenografica senza precedenti.

Sono le fonti storiche dalle quali l’attenta regia di Giovanni Marino  attinge per la ricostruzione di ogni singola scena, a partire dai bozzetti originali attraverso i quali vengono riprodotti i costumi interamente realizzati a mano con autentici tessuti di San Leucio, fino ad arrivare allo studio del meccanismo degli antichi telai, ancora oggi funzionanti.

 

PROGRAMMA

26 – 27 – 28 Dicembre 2014

03 – 04 -06 Gennaio 2015

Dalle ore 17,00 alle ore 20,00

Solo per Martedì 6 Gennaio 2015 anche dalle ore 11,00 alle ore 13

Info e prenotazioni: 327-7908668; 338-8283690

E-mail: presepedivaccheria@libero.it

Siti Web: www.presepeviventedivaccheria.it www.prolocovaccheria.it

La manifestazione che da anni viene rappresentata ad Oliveto Citra  sottolinea non solo la povertà del Bambino Gesù, ma ripropone anche un paesaggio rurale come nel Presepe di San Francesco, con persone del popolo che si esprimono rigorosamente in un dialetto locale. Gli organizzatori di questa rappresentazione, coinvolgono ogni anno, circa 300 figuranti che si mescolano con i visitatori nelle piccole vie del paese in un itinerario obbligato che si conclude alla grotta che ospita oltre il Salvatore, due figuranti, rappresentanti Giuseppe e Maria, un vero bue ed un altrettanto reale asinello.

Anche questo Natale, come da molti anni, la Parrocchia “Santa Maria della Misericordia”, organizzerà la rappresentazione vivente della Natività. L’atmosfera ricreata di una Betlemme antica è rafforzata dalle tappe che caratterizzano il percorso, nelle quali si potrà rivivere il clima natalizio, rappresentato nelle locande, nelle botteghe, tra i pastori, nelle famiglie di un tempo, con i costumi e la degustazione di tipiche specialità locali.

L’inizio della manifestazione avrà luogo in Piazza Principe di Piemonte dove verrà rappresentata l’annunciazione della maternità dall’Arcangelo Gabriele a Maria e la successiva visita di Maria a Santa Elisabetta. Subito dopo sfileranno circa 300 figuranti che andranno a prendere posto nelle cantine e nelle locande, dove verranno rievocati e rappresentati i lavori artigianali della vita domestica e contadina. Terminata la sfilata dei figuranti, Giuseppe e Maria, a cavallo di un asino, si incammineranno facendo tappa in tutte le locande e le cantine allestite lungo tutto il centro storico e come vuole la tradizione, giungeranno alla capanna dove verrà rievocata la natività e dove i pastori e i Re Magi la sera del cinque Gennaio renderanno omaggio a Gesù Bambino.

Subito dopo, tutti i visitatori e turisti che parteciperanno alla rappresentazione, si accoderanno a Maria e Giuseppe, e anche loro, lungo i vicoletti, potranno gustare e ammirare in diretta le scene rappresentate. Una voce narrante sarà diffusa per le stradine del paese ed accompagnerà, insieme ad una musica di sottofondo, tutto il tragitto, raccontando e interpretando la storia della natività. Da ciò si evince che questa manifestazione richiede un programmato e meticoloso lavoro preparatorio ed un elevato impegno, poiché deve riproporre le condizioni, nel centro storico, adatto all’evento cristiano. Questo fa si che l’intera comunità di Oliveto Citra, collabori con la Parrocchia per la buona riuscita dell’evento, adattando i luoghi del centro storico e le vecchie cantine in botteghe, locande, focolari domestici, dove vengono rievocati i vecchi mestieri artigianali e contadini di un tempo, con i costumi, gli arnesi e gli arredi dell’antica vita quotidiana.

La manifestazione, giunta alla nona edizione, si svolgerà nel centro storico di Oliveto Citra, nei giorni 26-28-29 dicembre 2014 e 5 gennaio 2015 alle ore 19.00.

La “Festa del Maio” a Baiano è dedicata a Santo Stefano, patrono del paese di Baiano, e si svolge il 25 Dicembre di ogni anno. Questa è la festività che caratterizza il paese e unisce tutti i suoi abitanti. La festività ha antichissime origini, che affondano le radici in tempi pagani, forse correlate con la primavera (Maio, Maggio), tuttavia, si inserisce nella tradizione cristiana a tutti gli effetti, come presentazione di doni a scopo propiziatorio e a ringraziamento: il Maio, l’albero maggiore, vale come offerta sacra In realtà i Baianesi si preparano per questa festa a partire dal 13 Dicembre, quando, in occasione della festività di S.Lucia, ha inizio il ciclo delle “messe e nott”, celebrate alle 5 del mattino e poi si prosegue cantando e suonando per le strade principali del paese. La pianta del Maio,invece,viene tagliata la mattina di Natale e scelta tra le più grandi e più diritte piante del vicino bosco di Arciano.

L’albero viene privato dei rami e posto su un carro, per esser portato fino alla chiesa patronale del paese,la chiesa di Santo Stefano, accompagnato nel suo procedere da canti tradizionali e dalle coreografie dei Gruppi ad Avancarica.

Il procedimento è scandito da musica e canti popolari,con il costante accompagnamento di botti e spari a salve. L’albero viene issato dinanzi al sagrato della chiesa, grazie a tre funi tese dal tetto della chiesa. L’albero viene poi scalato da un uomo, che slega le tre funi.

Sul Maio sale un uomo,appartenente sempre alla stessa famiglia tramandandosi di generazione in generazione  il compito di arrampicarsi sulla cima dell’albero carico di “tracchi” e sciogliere le tre funi.

Il culmine della festa si concretizza nel pomeriggio,quando i giovani percorrono le strade di Baiano per la raccolta di fascine da accatastare ai piedi del Maio per creare un grosso falò propiziatorio ai piedi dell’albero,“o’ Fucarone” e intorno ancora persistono i balli e i canti.

Il giorno successivo,il 26 dicembre,il Santo Patrono viene portato per le principali strade del paese in processione.

Di Carlo Scatozza

redattore di Campania Slow | Contatto Facebook: http://it-it.facebook.com/people/Carlo-Scatozza/1654720386

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