Passione, amore per la terra, riscoperta del mondo delle api come sentinelle della biodiversità, questi gli ingredienti della Festa della biodiversità e del miele di Terra di Lavoro che si è svolta domenica 7 Dicembre nello scenario di grande bellezza e serenità dell‘Oasi Regina degli Angeli, una comunità di assistenza religiosa ubicata ad Ameglio, frazione immersa nel bosco del comune di Marzano Appio. Un convegno per approfondire i temi, le opportunità e i problemi del mondo delle api, proprio nella giornata di Sant’Ambrogio, il più importante patrono delle api e degli apicoltori, una data questa, in cui in Italia ricorre la Giornata del Miele. A introdurre la manifestazione Christian Pilotti e gli altri animatori del Gruppo Api&Biodiversità con Legambiente Alto Casertano, dopo i saluti di Padre Fittipaldi, in qualità di “padrone di Casa” e del Sindaco del borgo casertano, Ferrucci. A farci capire l’importanza delle api nell’ecosistema è stato il Prof.Gabriele Rossi, che dalla teoria di Gaia di Lovelock ha tratto una dotta carrellata riguardo la flora e fauna dell’areale dell’alto casertano, si è ripercorso, tra l’altro il tema dell’importanza vitale dell’ape per l’agricoltore, dati certificati anche dal Ministero dell’Agricoltura: il servizio di impollinazione di un alveare, in un anno vale per la collettività , con la fecondazione delle colture, più di mille e duecento euro. I mieli dell’alto casertano sono soprattutto di Castagno, coltivazione, seppur di recente con molte problematiche, molto apprezzate dall’apis mellifera, segue poi l’acacia, il miele agli agrumi, il millefiori, mentre sulla costa domizia è presente anche l‘eucalipto , particolarmente ghiotta è la melata di bosco ( particolarmete versata per fare gli struffoli ). Il miele è un alimento, non un semplice dolcificante, lo è da almeno diecimila anni per l’uomo. Bisogna considerarlo un alimento poichè contiene elementi nutritivi essenziali al benessere umano, caratteristiche che lo zucchero non ha, ovvero, vitamine, calcio, ferro, polifenoli e flavonoidi, per questo conviene sostituire lo zucchero sempre di più nell’alimentazione, con il miele, meno calorico ma maggiormente nutriente.
Con il dott. Francesco Sabatino , dell’ Uod di Caserta, si è passati ad analizzare le possibilità di sostegno al reddito degli apicoltori e di finanziamento per le comunità che ospitano economie agricole. Di gran valore l’excursus della storia dell’ape nella simbologia religiosa, nell’araldica e nell’arte, proposto dallo studente di letteratura Pieluigi Pulcini: la ricerca ha messo in luce come anche S.Bernardo di Chiaravalle e Santa Rita da Cascia fossero subito stati riconosciuti come patroni delle api e degli apicoltori. Davvero interessante, poi, conoscere come la presenza della importanza delle api nella storia abbia profondamente influenzato l’araldica. Troviamo, infatti, l’insetto simbolo di operosità, ad esempio, nello stemma odierno di Nola e in quello della vicina Pietramelara, che deve forse il toponimo, alla grande presenza di alveari e apicoltori dall’antichità. Mistericamente affascinato dalle Api anche Napoleone Bonaparte, che replicò le Api dorate nello stemma dell’Isola D’elba (ed oggi trovasi sullo stemma della provincia di Livorno) . Sono poi passati in visione diversi video del Centro Ricerche in Agricoltura che hanno edotto circa il regime di controllo dell’ambiente e dell’agricoltura possibile grazie alle api sentinelle e ai progetti messi in campo dai melissopalinologi per monitorare impollinazioni e vita produttiva delle api, oggi investite da fattori di pericolo come i mutamenti climatici. L’ape, infatti, essendo stagionalmente abitudinaria, viene spiazzata dalle fioriture anticipate o ritardate, il salto delle stagioni mette sempre di più a rischio la produzione di miele ma soprattutto il ruolo insostituibile per l’ecosistema e per la vita umana che l’ape recita da sempre.Il seminario è stato inframmezzato da una straordinaria scoperta degustativa della tradizione dolciaria dell’alto casertano, dove il miele è tradizionalmente protagonista assoluto delle preparazioni.Dalla ricotta di giornata col miele di acacia a splendidi torroni morbidi fatti in casa agli “Scauratiegli” ( in foto in home), simpatiche simil graffe con farina, acqua e miele. Molte le varietà di dolci secchi, tra cui molti panettoni e straordinari susamielli dell’alta terra di lavoro, più piccoli e delicati rispetto al famoso susamiello napoletano. Novità anche distillate, come l’idromele, e la scoperta, poi, di Yogurt e Polline, un progetto sperimentato dall’azienda Landolfi di Baia e Latina, una delle realtà maggiormente affermate nel mondo apistico di Terra di Lavoro, i cui prodotti (vasetti anche in eleganti confezioni regalo) possono acquistarsi anche in diversi supermercati Sisa della regione. Non mancavano anche altri “protagonist”i della biodiversità dell’alto casertano, come una esposizione delle tipologie micologiche presenti e i prodotti di cosmesi a base di miele dell’azienda trentina Il Maso delle Erbe.
Si afferma sempre di più, quindi, l’apicoltura in Campania, come lavoro e come hobby,ed il tutto, in questo settore, va sempre di pari passo con chi vive i valori della solidarietà e della protezione ambientale, come nel quotidiano dell’Oasi Regina degli Angeli ( anche loro produttori miele con spazio alla didattica apistica) e come nell’impegno di Legambiente alto casertano”L’Istrice”. Partner dell’evento anche Apitalia, il coro della chiesa San Cataldo di Roccaromana e il patrocinio morale della Provincia di Caserta. Il tutto è stato possibile anche e soprattutto grazie al volontariato di hobbisti e agricoltori, con il supporto economico e tecnico di piccole aziende della zona vairanese. E’ possibile entrare in contatto, su Facebook, con il Gruppo Api&Biodiversità di Terra di Lavoro e tenersi aggiornati su novità e iniziative.