In merito al ritrovamento in Ercolano di fusti metallici contenenti rifiuti industriali interrati in un campo coltivato a pomodorino del piennolo del Vesuvio DOP, il Consorzio di Tutela precisa che sia i residui di coltivazione (frutti), sia il terreno di coltivazione, sono stati sottoposti ad analisi da parte dell’Istituto Zooprofilattico di Portici e dalle analisi non è risultata la presenza di sostanze inquinanti o nocive per la salute umana né nel terreno di coltivazione, né nelle bacche di pomodoro. Tali analisi sono state effettuate su iniziativa del produttore, circa un mese fa, subito dopo il ritrovamento dei primi fusti contenenti rifiuti industriali interrati nella cava adiacente il campo coltivato. Il produttore inoltre, in attesa degli esiti di analoghe analisi effettuate dagli inquirenti (analisi le cui risultanze si auspica vengano rese pubbliche quanto prima), non ha ad oggi commercializzato il prodotto.
Pur consapevoli e senza voler sminuire la gravità dei fatti (il ritrovamento dei fusti), auspicando che si intensifichi l’impegno delle autorità per fare piena luce su discariche vecchie e nuove alle falde del Vesuvio, ci si appella tuttavia al senso di responsabilità degli organismi inquirenti (in primis) e degli operatori dell’informazione, affinché, in totale assenza di elementi di prova, si eviti di trasmettere all’opinione pubblica l’equazione inquinamento=pomodorino del piennolo. Non è certo attraverso la criminalizzazione di una risorsa della agricoltura locale che daremo più forza alle indagini e un futuro più pulito ai nostri figli.