Molti produttori europei e importatori russi tentano di aggirare l’embargo sui prodotti alimentari voluto da Putin, pensando di utilizzare la Svizzera ma il paese elvetico si è rifiutato di aiutare i produttori europei per aggirare l’embargo. L’Ufficio svizzero per le questioni agricole ha denunciato che alcune aziende alimentari volevano utilizzare la Svizzera per far transitare le loro esportazioni verso la Russia. Berna deve emettere certificati di igiene per l’export di alimentari, cosa che non puo’ fare se i prodotti non hanno origine nel Paese. All’opposto alcuni importatori russi hanno cercato di aggirare il divieto di Mosca chiedendo mozzarella italiana o gouda olandese a produttori elvetici di formaggi. La Svizzera e’ stata esclusa dall’embargo proclamato dalla Russia contro i prodotti alimentari di Paesi occidentali perche’ non ha aderito completamente alle sanzioni contro Mosca legate alla crisi in Ucraina.
La lista di prodotti messi al bando da Putin comprende carne di manzo e maiale, pollo, pesce e frutti di mare, latte e latticini, frutta e verdura provenienti da Ue, Usa, Norvegia, Australia e Canada, con l’esclusione di alcolici e di prodotti per bambini. Le esportazioni di prodotti agroalimentari italiani in Russia nonostante le tensioni sono aumentate ancora dell’uno per cento nel primo quadrimestre del 2014 dopo che lo scorso anno – sottolinea la Coldiretti – avevano raggiunto la cifra record di 706 milioni di euro messi ora a rischio dall’annuncio di sanzioni. Oltre il 16 per cento del valore delle esportazioni agroalimentari italiane è rappresentato da vini e spumanti che – precisa la Coldiretti – dovrebbero pero’ essere al riparo dalla scure di Vladimir Putin insieme ai prodotti per l’infanzia. A rischio pero’ – precisa la Coldiretti – ci sono spedizioni di ortofrutta per un importo di 72 milioni di euro nel 2013, le carni per 61 milioni di euro, latte, formaggi e derivati per 45 milioni di euro mentre è ancora incerta la situazione della pasta esportata nel 2013 per un valore di 50 milioni di euro ma in aumento del 20 per cento nel primo quadrimestre, secondo le analisi Coldiretti su dati Istat. Ai danni diretti per il Made in Italy agroalimentare stimabili dalla Coldiretti in centinaia di milioni di euro all’anno si sommano quelli indiretti con l’Italia che potrebbe diventare mercato di sbocco di quei prodotti comunitari ed extracomunitari ora rifiutati dalla Russia.Particolarmente critica la vicenda per il Parmigiano reggiano e Grana padano, la crisi si scarica però anche sui cittadini russi, che fanno i conti con penuria di latte e con la difficoltà di dover acquistare carne dall’Argentina, molto più cara rispetto a quella dei vicini paesi europei per vicende logistiche.