Una grande affluenza di pubblico ha premiato ancora una volta la manifestazione enogastronomica che apre ufficialmente l’estate irpina, fatta di feste, degustazioni e kermesse del gusto di ogni tipo. La Sagra dei fichi, giunta quest’anno alla sua XXIII edizione, ha attirato persone da ogni parte della Campania, spinte dalla curiosità di assaggiare il prelibato Fico di San Mango, detto anche fiorone, e dalla possibilità di godere del fresco ritemprante del paese che domina con il suo belvedere la valle del fiume omonimo. L’evento, organizzato dal Comitato Festa di Sant’Anna con il patrocinio del Comune, rientra nel complesso delle manifestazioni previste in occasione della festività di Sant’Anna, un evento religioso che da secoli esprime la storia e le tradizioni della comunità sammanghese, attraverso il famoso rito della Cavalcata, che si tiene ogni ultima domenica di luglio. La sagra, nata oltre vent’anni fa con l’intento di diffondere il gusto dei fichi locali ha trasformato la cittadina della Valle del Calore con due serate ricche di musica e tradizioni, ospitando stand gastronomici che hanno permesso, con la loro instancabile attività, di offrire al palato i piatti più rappresentativi dell’area, come il caciocavallo impiccato, la carne alla brace e, appunto, lo squisito fico, prodotto tipico riconosciuto dal Ministero delle Politiche Agricole quale prodotto agroalimentare tradizionale italiano. Ad arricchire la kermesse, non sono mancati momenti di puro intrattenimento, con le esibizioni del gruppo folk “Achille” e con le sonorità latino-americane dell’ensemble “Nuevo Ritmo”, che hanno saputo coinvolgere il pubblico con musiche e danze. Valore aggiunto della prima serata della Sagra dei Fichi la tappa inaugurale del “Gran Tour in Irpinia lungo sei secoli tra storia, tradizioni ed enogastronomia”, un evento itinerante dedicato alla riscoperta delle tipicità gastronomiche e culturali di sei comuni appartenenti all’area del Terminio-Cervialto, che ha esordito con una divertente cena-spettacolo dedicata alla vita e alle gesta di Fra Ilarione, monaco del Settecento originario proprio di San Mango sul Calore.