Gio. Dic 26th, 2024

pescatoOltre la già note proprietà dei piatti a base di pesce come la salvaguardia di ossa e sistema cardiovascolare, ora salta fuori una nuova proprietà che potrebbe interessare molti. Mangiare  pesce aiuta a dormire meglio. La notizia arriva dalla Norvegia dove è stata svolta una ricerca dai ricercatori dell’Università di Bergen che hanno analizzato un campione di persone divise in due gruppi di 95. Al primo gruppo è stato dato tre volte a settimana, per sei mesi, del salmone. L’altro gruppo si nutriva invece di carne di maiale, pollo e manzo.

Terminato il periodo di sei mesi, i ricercatori hanno evidenziato alti livelli di vitamina D e omega 3 nel sangue del primo gruppo. I livelli elevati di vitamina D sono stati correlati con una migliore qualità del sonno. Non solo, chi si nutriva di pesce tre volte a settimana, aveva anche una maggiore concentrazione e riusciva a svolgere meglio le attività giornaliere.

Il pesce è dunque una fonte di salute in tutto e per tutto. Il suo consumo, aiuta anche a prevenire l’obesità sebbene soprattutto i pesci grassi siano molto calorici. Una giusta quantità di pesce nella dieta apporta solo benefici al nostro organismo. Anche chi è a dieta non deve quindi preoccuparsi. Il pesce migliore da integrare nella nostra alimentazione è quello azzurro. I risultati sono stati pubblicati su Journal of Clinical Sleep Medicine.

Allarme, intanto, per il consumo pro – capite di sale: secondo alcuni studi la media al giorno è pari a 12 grammi, certamente ben al di sopra della dose giornaliera raccomandata dall’OMS/FAO di 5 grammi al giorno, con conseguenti gravi ricadute sulla salute soprattutto in merito ai rischi per la circolazione sanguigna e l’aumento di casi di cittadini soggetti ad ipertensione e problemi renali. Ora un’azienda statunitense Sunkist Growers ha pubblicato i risultati della ricerca denominata S’alternative condotta dagli chef Karl Guggenmos e Michael Makuch. A quanto pare secondo gli esperti l’uso di limoni permetta l’utilizzo di meno sale (fino al 75% in meno) esaltando comunque il sapore dei piatti. L’uso dei limoni potrebbe ridurre in maniera drastica la dipendenza dal sale.

I test di degustazione hanno esaminato l’uso del succo e della scorza di limone in vari piatti a base di carne, cereali, zuppe e insalata. Le ricette sono state eseguite varie volte utilizzando via via meno sale e aumentando le quantità di limone fino a trovare la combinazione perfetta.

I partecipanti ai test hanno subito individuato quali ricette non contenevano sale, ma hanno comunque potuto constatare come il sapore dei piatti fosse migliore grazie ai limoni. Addirittura, alcuni hanno aggiunto il succo di limone ai piatti già contenenti sale.

“I risultati della ricerca dimostrano come sapore e salute non sono due fattori che si escludono l’un l’altro”, ha spiegato lo chef Karl Guggenmos. “Dato che questo è un espediente molto semplice per i cuochi a tutti i livelli, l’informazione potrebbe seriamente ridurre l’eccesso di sodio”.

Di Carlo Scatozza

redattore di Campania Slow | Contatto Facebook: http://it-it.facebook.com/people/Carlo-Scatozza/1654720386

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