Dom. Dic 22nd, 2024

Rockit_tuboupArriva la mini mela anche in Italia, ma siamo sicuri che si tratti di una bella cosa? Ottime le intenzioni, proponendo un nuovo modo di consumare le mele per fornire più occasioni per assumere frutta più frequentemente e agevolmente. I nuovi stili di vita che consistono nell’aumento di pasti fuori casa, scelta di consumi snack e, anche, preferenza per gli spuntini sani aziende italiane hanno annunciato il lancio sul mercato italiano della mini-mela.Al momento sarà in vendita presso un’importante insegna della Grande distribuzione organizzata nazionale ma, non appena raggiunti i volumi necessari, saranno presi in considerazione nuovi canali commerciali esclusivi per raggiungere i consumatori target della mela in miniatura, anche in specifiche situazioni legate ai consumi fuori casa: negozi e bar, aeroporti, autostrade, centri sportivi e benessere, golf club, stadi e spiagge. Per ora il prezzo è fisso, imposto direttamente dalla Nuova Zelanda, paese inventore e leader del mercato, di certo una nazione molto salutista che da tempo ha dichiarato guerra a snack ipercalorici.Si tratta di una mela unica al mondo, per peculiarità di gusto e aspetto: fresca e salutare, ricca di vitamine e sali minerali. Con un grado zuccherino superiore alla media, si distingue anche per croccantezza e succosità e il colore rosso brillante, naturalmente lucido, tipico delle Gala, da cui ha ereditato il 70% del suo patrimonio genetico.Finora la mini-mela era prodotta solo in Nuova Zelanda, oggi sono appena partite le coltivazioni in Stati Uniti e Sudafrica, pertanto, fino al 2017, in Italia sarà disponibile solo nel periodo aprile/ottobre. Dal 2018, con l’entrata in produzione delle coltivazioni valtellinesi, si potrà invece contare sull’offerta di prodotto per 12 mesi l’anno, proprio grazie all’alternanza tra i due emisferi. Nel Regno Unito e a Taiwan, dove è commercializzata dal 2010, ha riscosso un successo superiore alle aspettative. Riteniamo che la nostra annurca, più grande ma di certo “trasportabile”..possa essere quanto meno più narratrice del nostro territorio, ma sarà la minimela dell’altro capo del mondo a trovarsi anche nei nostri campi nel futuro? Piacerà l’innovazione nella frutticultura? 

Di Carlo Scatozza

redattore di Campania Slow | Contatto Facebook: http://it-it.facebook.com/people/Carlo-Scatozza/1654720386

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