Bande di europei dell’est sarebbero gli artefici di un’ondata di criminalità crescente di furti di trattore da allevamenti europei. Solo in Gran Bretagna ne sarebbero stati rubati 6.000 negli ultimi quattro anni. Nel Regno Unito, sono stati sottratti nell’arco dell’ultimo quadriennio veicoli agricoli, per un valore di più di 30 milioni di sterline (oltre 36 milioni di euro), ossia un equivalente di quattro al giorno, come scoperto dall’Express Online.
Le gang della criminalità organizzata di ambito aree dove gli agricoltori trattori grandi e costose, quali parti rurali dell’est dell’Inghilterra, di mantenere e strike mentre le macchine sono lasciate incustodite. I trattori vengono poi portati all’estero sui traghetti, prima di essere venduti a agricoltori in Europa orientale, Russia e anche Africa.
Tim Price, portavoce degli affari rurali presso la National Farmers’ Union (NFU), che assicura i tre quarti degli agricoltori britannici, ha detto che nel 2010 – che ha visto un aumento del numero di immigrati provenienti dall’Europa centrale e orientale – è stato l’anno peggiore per furti, con ben 2.000 macchine agricole rubate.
Lo stesso assicuratore, ha sottolineato che gli sforzi dei funzionari di polizia e di frontiera avevano ridotto i furti a circa 1.300 un anno, ma ci sono ora “segnali preoccupanti” di un ulteriore aggravamento del fenomeno.
L’agenzia per la lotta contro la criminalità internazionale, Europol, nei giorni scorsi ha rivelato che era stata sgominata una banda di rumena che ha rubato i trattori per un valore di 2,6 milioni di sterline (oltre 3.136 mila euro) da allevamenti francesi durante un periodo di 18 mesi.
Ma tali bande straniere operano su una scala molto più grande del Regno Unito, con un valore complessivo di 6,7 milioni di sterline (oltre 8 milioni di euro) di trattori attualmente rubati ogni anno. Sempre Price ha detto: “crediamo che la maggior parte dei trattori rubati sono portati all’estero è trasportati nei paesi dell’Europa orientale. Ma non sono venduti agli agricoltori dell’Europa orientale, ma vengono venduti e trasportato in Russia, dove c’è una richiesta enorme, o nel Medio Oriente, o anche paesi dell’Europa meridionale come Cipro e anche in Africa”. Ha detto che le bande trascorrono “un po ‘ di tempo” in luoghi di identificazione che hanno attrezzature costose, prima di trovare un conducente che “o è complice o non fa troppe domande” nel prendere i veicoli sul loro camion.
L’aumento a partire dal 2010 del furto di trattori coincise anche con l’introduzione di nuove misure di sicurezza sulle auto di lusso, che erano state precedentemente un bersaglio per la criminalità straniera. Ed allora gli agricoltori non si sono persi d’animo e molti hanno preso misure analoghe per proteggere i loro veicoli, come chip nascosti e sistemi di sicurezza hi-tech.
Ha aggiunto: “il furto internazionali di trattori ha preso gli agricoltori e la polizia alla sprovvista nel 2010, quando un numero record di trattori – oltre 2.000 per un valore di più di 10 milioni di sterline (oltre 10 milioni di euro) sono stato rubati da allevamenti nel Regno Unito”.
Da allora sono stati fatti enormi sforzi da parte degli agricoltori e dalla polizia così riuscendo a ridurre tale tipo di crimine di un terzo.
Tuttavia a partire dallo scorso anno scorso si sono avuti nuovi preoccupanti segnali che il fenomeno stava risorgendo e così, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “ Sportello dei diritti” è utile avvisare anche le nostre aziende agricole di stare in guardia poiché queste bande criminali girano l’Europa e non sempre noi italiani ci facciamo trovare pronti sulle misure di sicurezza da prendere per evitare di farci rubare i nostri beni, anche quelli più costosi.