Dom. Dic 22nd, 2024

carditellocampaniaslowDieci e Lode a Massimo Bray, miglior ministro dei beni culturali dell’ Italia repubblicana, appassionato di cultura e meridionalista del fare, che oggi , nella emozionante, bellissima giornata che abbiamo vissuto a Carditello ha compiuto, se possibile, una cosa ancora più importante dell’acquisizione del bene al Mibac, andata in porto l’altro giorno. Ha tracciato, infatti, le linee guida per il rilancio del bene come attrattore turistico, (da avviare con uno stanziamento di  3 milioni di euro per le prime ristrutturazioni) impegnando il suo ministero sulla frontiera naturale  da noi auspicata, ovvero  Carditello come luogo di bellezza, azienda agricola ed osservatorio per la biodiversità, con una progettualità di largo respiro che coinvolga anche i ministeri dell’Ambiente e dell’ Agricoltura, con un grande protagonismo del vasto movimento associativo che condotto la battaglia per Carditello in questi anni, anche quando tutto era dato per perso. La vicinanza di Bray ai protagonisti di questa battaglia è anche stata testimoniata dall’affettuoso incontro che ha tenuto con familiari del povero Tommaso Cestrone, il martire di questa battaglia di civiltà e sviluppo. Tanti, un migliaio forse stamani,  casertani e campani col sorriso a Carditello,  con la gioia di un impegno andato a buon fine, diversi venuti anche in bicicletta, proprio per testimoniare come il rilancio della natura, della terra, si frequenta anche con una nuova mobilità, per il lavoro ed il tempo libero, centinaia le  persone senza associazioni o di  realtà impegnate da tempo come, ad esempio,  Siti Reali, Slow Food Caserta, Legambiente, i ragazzi di Nuova Cucina Organizzata. Una progettualità, quella messa in campo dal ministero che sbarra la strada ( a nostro avviso) anche a progetti di “Ordini” e professionisti dell’edilizia ( già in campo, a quanto si dice, con il supporto di qualche ambiente universitario) che già pensavano di “pavimentare” qualcosa, li dove invece prato, strade bianche c’erano, ci sono e devono restare. La Reggia di Carditello, portando alla luce tutta la maestria, la memoria, la proiezione al futuro dell’agricoltura e della natura di Terra di Lavoro può diventare anche l’approdo un percorso integrato che,  dalle sorgenti dell’acquedotto carolino, nel Sannio, giunga alla tenuta di San Tammaro dopo aver attraversato gli altri grandi luoghi della tradizione borbonica e delle altre pregevoli antichità della zona, oltre la carditellobrayReggia, il belvedere di San Leucio  e l’anfiteatro campano di Santa Maria Capua Vetere, altra perla visitata da Massimo Bray nella sua giornata casertana. Noi lanciamo l’idea anche di una Ciclovia per il cicloturismo,  modello ciclovia del volturno, da Sant’Agata dei Goti fino a Carditello, un viaggio per cicloturisti, da tracciare e segnalare, alla riscoperta di mille sapori, tra Sannio e Caserta, tra scrigni di cultura millenaria, una ciclovia che abbia al centro la sapienza dell’agricoltura, il bello del passato, la gioia del futuro delle nuove generazioni, della nostra gente, da incontrare. E poi Carditello deve essere il luogo in cui si realizza il centro per la conservazione della memoria dei lavori agricoli, tale da divenire una meta importante per il turismo enogastronomico mondiale, per una terra che ha una straordinaria ortofrutta, oltre alla mozzarella di Bufala campana, che non può certamente essere unico “testimonial” enogastromico in un territorio zeppo di produzioni di eccellenza.

Di Carlo Scatozza

redattore di Campania Slow | Contatto Facebook: http://it-it.facebook.com/people/Carlo-Scatozza/1654720386

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