Sab. Nov 2nd, 2024

Limoni-300x225Da sempre la Campania ha avuto una grande tradizione anche nei rosoli e infusi di fine pasto, il limoncello oggi troneggia sulle tavole di mezzo mondo, facendo persino concorrenza alle grappe e ai più comuni amari. Anche nella tavola nostrana ha superato di gran lunga il Nocillo, più frequente nelle aree interne. Ma è stato sempre protagonista assoluto? In verità nell’ ottocento e nella prima parte del novecento, i liquori, per lo più fatti in casa erano molto più vari. Grande uso si faceva dei liquore di mandarino e fragola, ma, in modo particolare, non mancava di certo, nella parte finale della  tavola delle feste o da offrire agli ospiti il Liquore ai Quattro Frutti. Erano messi in infusione Limone, Mandarino, Arancia e Limo. La dose di limoni era doppia rispetto agli altri tre componenti e pari alla quantità di zucchero. Il Limo è oggi molto raro, resiste solo in qualche giardino privato, di sapore molto aromatico, della stessa famiglia del bergamotto calabrese. Il frutto era  di colore giallo con tendenza verdognola,  più  piccolo del limone, ovvero  delle dimensioni che oggi potremmo riscontrare nel Lime, con cui non va confuso, tanto che, quest’ultimo frutto, comunemente utilizzato nei cocktail è di origine asiatica o americana. Con la tendenza alla scomparsa del Limo e con il grande successo del più semplice e commerciabile limoncello, il liquore ai quattro frutti non campeggia più nei salotti e nei pranzi della Campania. Saremmo lieti di conoscere amatori e produttori che ancora riescono a farlo. Carlo Scatozza

Di Carlo Scatozza

redattore di Campania Slow | Contatto Facebook: http://it-it.facebook.com/people/Carlo-Scatozza/1654720386

4 pensiero su “Nella tavola dell’ottocento napoletano il Liquore ai Quattro Frutti al posto del limoncello”

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