Il Baccalà nelle feste di natale partenopee è un “Must” irrinunciabile, compare già nella mattinata del 24 dicembre, infatti a pranzo non si mangia per prepararsi alla grande abbuffata della sera ma la giornata è lunga, quindi il “digiuno” viene spezzato, dapprima da chi sta in cucina e poi da tutti gli altri, ingredienti di questo sostegno sono la Pizza di scarola e il baccalà fritto, in realtà a Napoli si è sempre utilizzato un tipo di baccalà norvegese forse non pregiatissimo rispetto ad altri ma che piace ai palati della Campania, ovvero quello che noi chiamiamo il Mussillo, perchè tagliato a forma di piccolo muso di donna. La tradizione dell’importazione del Baccalà dalla Norvegia risale al 1500 quando Napoli, già metropoli, non riusciva saziare tutti nei giorni di magro con solo il pesce locale ( e più caro) quindi si importava il nutriente pesce dalla terra dei vichinghi e si dissalava nel fiume Sebeto che un tempo era nel pieno della città. Ma è ad Ischia che mettono a’copp, infatti, nella prima parte della giornata della vigilia baccalà fritto, vino biancolella e pizza di scarola con olive nere sono presenti in moltissimi luoghi di ritrovo, da Ischia Ponte a Serrara Fontana, e , proprio ad Ischia Ponte è possibile partecipare, anche quest’anno, con “replica” il 31 dicembre, alla Sagra del Baccalà, un vero e proprio evento-festa istituzionalizzato, con tanto di intrattenimenti per rendere gioiosa l’attesa della sera della vigilia, ma attenzione non è finita….Al cenone il Baccalà ritorna, con una presenza forse ancillare rispetto ad altri pesci e frutti di mare ma sempre necessaria, ovvero storica.Da notare che è a Somma Vesuviana che è presente il più grande importatore d’Italia di baccalà e nel paese vesuviano si tiene, a novembre una sagra ben organizzata.