Dom. Dic 22nd, 2024

foto-1fsLa studentessa Stefania Mastroianni ci spiega GAS Caserta (Gruppo di Acquisto Solidale): “Caserta c’è. Si chiama Alto Casertano la risposta all’inquinamento ambientale di una terra sofferente, amata da Greci e Romani e frequentata per il clima mite e le acque cristalline da chi è venuto molto dopo. Una storia vecchia, che sembra altro da noi. E invece eravamo noi, quella terra che si chiamava Campania Felix e che oggi è nota alle cronache come “Terra dei Fuochi”. Perché qualcosa, lentamente, ha lasciato che quei territori si infettassero. Che i veleni si infiltrassero nel sottosuolo come si infiltra chi sulla violenza ha costruito imprese.

Questo è il volto della Campania oggi, il volto che mostriamo al resto d’Italia e del mondo. Terra di camorristi. Gomorra, come l’ha chiamata Roberto Saviano, con un’espressione che ormai non ci fa più nè caldo nè freddo. Ma al di là di connivenze, appalti pilotati, infiltrazioni e vendette trasversali c’è un altro mondo. Il mondo di chi vuol  fare del proprio territorio un luogo vivibile, nonostante tutto. Un mondo che convive con quello, più noto, della criminalità. Più noto, ma non per questo più forte. Un mondo di persone che si impegna per il futuro, per quelle generazioni che verranno, per le quali tutto sembra già perduto. Ma non lo è, evidentemente, se ci si crede e ci si attiva con progetti lungimiranti che guardano al futuro.

Come lungimirante è il GAS, un’esplosione di volontà e competenze mescolate insieme, che fanno gruppo. Ne vien da sé che il GAS, sposando i concetti di agricoltura biologica e acquisto a chilometro zero, tolga punti a chi le terre le violenta. Ma anche a chi le terre le abbandona. Nella sua breve vita il GAS ha fatto più di quanto i Governi avrebbero dovuto fare nelle politiche agricole e ambientali.

GAS è acronimo di Gruppo di Acquisto Solideale. E il GAS di Caserta rappresenta una duplice sfida.

Tra i produttori, molti nomi dell’Alto Casertano: una sfida all’abbrutimento ambientale e culturale. Una sfida alla crisi, che ha privato molti giovani di quelle opportunità per cui avevano intrapreso percorsi di studi. Ma, si sa, le difficoltà aguzzano l’ingegno e così è stato per molti produttori che si sono riconosciuti all’interno del progetto di acquisto solidale. Il Caseificio la Teresina, la Sbecciatrice, il Giardino Segreto, il Frantoio e Cantine Mastroianni, le Marmellate di Esther, il Panificio Santabarbara, l’Azienda agricola Mazzarella e il Pollo oggi come ieri di Gennaro Coretti. Le storie di questi produttori sono un esempio coraggioso. Alcuni di loro hanno alle spalle un percorso universitario che non gli ha offerto niente, una delusione che accomuna molti trentenni di oggi. Ma, forti del bagaglio culturale, sia accademico che popolare, hanno deciso di prendere la vita per come si presentava e di mettere in scacco la crisi. Proprio in questo modo sono nate alcune aziende, come la Sbecciatrice dei fratelli Barbiero e Il Giardino Segreto di Angelo Mastroianni di Villa Santa Croce, che hanno prestato le loro competenze all’agricoltura, dialogando col passato per rinnovare il presente.

 Laureati in Lettere, Economia, Geologia, i produttori del GAS hanno rieducato se stessi all’agricoltura e alla biodiversità, ritornando al lavoro dei loro nonni, alle piccole realtà familiari che oggi, in tempo di crisi, rappresentano un progetto grandioso. Percorsi di studio che, alla fin fine, sono valsi a qualche cosa: la forza di queste aziende è infatti data dalle conoscenze e dalle competenze nei vari settori, che contribuiscono all’accrescimento dei vecchi saperi. Quello da cui si parte è sempre la tradizione, cioè le tecniche del passato, riadattate all’oggi, nel rispetto dei tempi e dei ritmi della terra.

Una vocazione trasformata in lavoro, con un pizzico di coraggio e di voglia di reinventarsi: è questa la ricchezza dei produttori del GAS di Caserta, una storia che, a dirla tutta, accomuna molti giovani, come quelli riscopertisi pastori o contadini, ad esempio. Prendiamo Tommaso Mastroianni, che da promoter finanziario si è trasformato in imprenditore dell’olio, l’attività di famiglia, consolidata e ampliata, affiancata dalla produzione di vino Pallagrello, i cui prodotti sono stati premiati e recensiti su guide e riviste enogastronomiche come la Guida Vini L’Espresso o il Gambero Rosso. O Esther Fiorillo, giovanissima, classe 1987, che ha fatto della sua passione per le marmellate una seria attività. O Arcangelo Santabarbara e Teresa Caruso, che insieme dal 2004 gestiscono con dinamismo il Caseificio la Teresina, a Piana di Monte Verna, realizzando prodotti caseari di alta qualità, nati dalle vacche Frisone che loro stessi allevano. O Alfonso Santabarbara, titolare dell’omonimo panificio, che assicura la sicurezza alimentare del suo prodotto finito: il pane, il cui ingrediente base è coltivato in parte dallo stesso Santabarbara, in parte da produttori caiatini. O Pasquale Mazzarella, di Caiazzo, che produce un sofisticato olio riconosciuto dagli esperti, a cui ha affiancato la produzione di una linea biocosmetica all’olio d’oliva, dalle qualità benefiche, o il signor Coretti, di Castel di Sasso, che alleva polli ruspanti e vende uova come quelle covate dalle galline delle nostre nonne.

Nomi che sono storie e storie che sono sfide. Una iniziativa che ha il sapore della voglia di vivere e di non lasciarsi scappare quelle occasioni che, certo non da sole, possono molto. Il tutto nel rispetto del consumatore e dell’ambiente, come i nostri nonni ci hanno da sempre insegnato, senza farci nessuna lectio magistralis ma con il valore sacrosanto dell’esempio: poche parole, tanti fatti“.

 

Di Carlo Scatozza

redattore di Campania Slow | Contatto Facebook: http://it-it.facebook.com/people/Carlo-Scatozza/1654720386

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