Oggi e domani la Sagra della Castagna “ufarella” di Treglia di Pontelatone giunge alla sua XXVII edizione. La castagna ufarella , piccola e lucida, ottima per le caldarroste, è un prodotto che affonda le sue radici nella tradizione culinaria contadina e che si presta ad essere gustato in svariate forme. Da poco è entrata a far parte dei prodotti tipici della Regione Campania. L’appuntamento a Treglia di Pontelatone con gli stand apriranno anche a pranzo, quindi poter degustare tanti piatti tipici locali, il tutto accompagnato con dell’ottimo vino Casavecchia anch’esso prodotto nell’agro Trebulano ( il diffusissimo Trebbiano di oggi deriva da lì il suo nome), sin dai tempi dei romani, infatti veniva denominato il vino dei soldati. Sarà inoltre possibile visitare nelle ore mattutine e pomeridiane del giorno 19 il parco archeologico dell’ antica città di Trebula Balliensis prima sannita e poi romana con delle guide specializzate, il tutto a titolo gratuito. L’organizzazione è a cura della Proloco La Trebulana
La castagna Ufarella è una delle varietà pregiate che Plinio il Giovane colloca in Campania, sotto il nome di Tereiana: «…Sono più buone da mangiare se tostate; vengono anche macinate e costituiscono una sorta di surrogato del pane durante il digiuno delle donne» Poi distingue sei varietà pregiate di diverse zone, indicandone le qualità: «Le tarantine sono facili da masticare e leggere da digerire e hanno forma piatta. Più tondeggiante è la cosiddetta balanitide facilissima da mondare, si stacca spontaneamente dalla buccia senza residui. Piatta è anche la salariana, mentre la tarantina è meno flessibile, la corelliana è più pregiata e così anche la tereiana, una varietà che da essa deriva con un procedimento di cui parleremo a proposito degli innesti, la cui scorsa rossastra la fa preferire alle varietà triangolari ed alle nere comuni, dette da cottura. Terra d’origine delle qualità più pregiate sono Taranto e in Campania, Napoli. Tutte le altre specie sono fatte crescere per servire da cibo ai maiali, poiché la buccia si riproduce con scrupolo anche all’interno dei frutti» (Gaio Plinio Secondo detto plinio il Giovane. 77-78 d.C..Naturalis Historia, XV e XVII libro in Botanica)