Occuparsi in prima persona di far fiorire le città di freschi ortaggi gustosi e genuini? Oggi si può, aderendo all’ iniziativa di molte città italiane.
Spazi privati e pubblici sono stati destinati alla coltura di zucchine, peperoni, melenzane e altre verdure, curate con dovizia e passione.
Molte città hanno deciso di adibire parte del suolo comunale alla coltivazione di orti privati, con lo scopo di sfruttare, in modo doppiamente benefico, aree poco utilizzate.
Gli orti vengono assegnati in base a criteri prevalentemente economici, privilegiando cioè i redditi medio-bassi, a pensionati, disoccupati e portatori di handicap che ne fanno regolare domanda in comune. Molte città a tutt’oggi hanno aderito all’iniziativa, e molte altre ne seguiranno.
A Baronissi nel salernitano, ad esempio, sono 9 gli assegnatari per il momento dei cosiddetti orti sociali.
I fazzoletti di terra sono stati individuati e sezionati nel quartiere Cariti di Baronissi (SA), in un’area di proprietà comunale da 1000 metri quadri.
L’assegnazione avviene attraverso un contratto rinnovabile al massimo per tre anni. I beneficiari del bando promosso a suo tempo dal Piano di Zona e dall’Assessorato alle Politiche Sociali coordinato da Carmen Roma, sono le persone anziane di età superiore a 65 anni, persone con disagio mentale maggiori di 18 anni, persone con disabilità fisica, psichica e sensoriale.
Per favorire la riscoperta di un rapporto diretto con la natura, gli assegnatari degli orti sociali devono impegnarsi ad utilizzare tecniche di coltivazione biologica che valorizzino la fertilità del suolo con la rotazione delle colture e a non impiegare concimi chimici, ma prodotti di compostaggio.