Cala il sipario sulla XII edizione di ‘Falanghina Felix‘, rassegna regionale dei vini da uve falanghina organizzata dalla Camera di Commercio di Benevento tramite la propria azienda speciale Valisannio, con la partecipazione della Provincia di Benevento, della Regione Campania – Stapa Cepica di Benevento e del Comune di Sant’Agata dei Goti. Un bilancio sicuramente positivo per la manifestazione che ha focalizzato l’attenzione in particolar modo sull’importanza della comunicazione della qualità dei vini falanghina, aspetto di cui si è discusso in maniera approfondita nel corso del focus ‘La Falanghina come simbolo dell’agroalimentare in Campania’ che si è svolto a Benevento lo scorso 23 settembre. Un tema a cui hanno portato interessanti contributi gli incontri ‘La mia Falanghina‘, svoltisi durante la kermesse di Sant’Agata dei Goti. Due appuntamenti che hanno preso vita nella suggestiva cornice della sala consiliare di Palazzo San Francesco e che hanno visto protagonisti wine blogger ed eno- appassionati che, attraverso il loro racconto di un vino falanghina, hanno comunicato il fascino e le potenzialità di un vitigno e dei suoi territori, suscitando l’interesse dei numerosi partecipanti.C’eravamo anche noi ed io ho raccontato la mia esperienza con la Falaghina gustata non in sale da degustazione ma durante un trekking sul Monte Gauro nei campi flegrei, per abbinare vino e paesaggio, nel territorio in cui è presente da millenni.Bella e appassionat la storia di Karen Phillips sul suo incontro, con tanto di coniglio arrosto, nella cantina Agnanum e Alfonsina Biscardi che ha ricordato il “ribollir di tini” nelle viuzze del centro di Sant’Agata dei Goti, quando l’ing . Mustilli era alle prese con le prime vinificazioni che avvenivano proprio nel centro storico. Toccante il racconto di Giustino Catalano che che ha narrato l’emozione di aver ricevuto da Domenico Ocone la piccola botte da 12 lt denominata “Consuolo del sensale” (in foto) che utilizzava ad inizio del secolo scorso suo nonno, che esercitava la professione di mediatore di vino e soprattutto falanghina anche presso le antiche cantine Ocone.
Particolarmente ardua la scelta della giuria per il ‘Premio Falanghina Felix’, con il quale anche quest’anno si è voluto segnalare e sostenere coloro che promuovono la conoscenza e/o difendono il patrimonio della vitivinicoltura campana. Dalla ricca rosa dei candidati di questa edizione, la giuria ha decretato un ex aequo, assegnando il premio al produttore Leonardo Mustilli e all’enologo-docente universitario Luigi Moio. Una decisione con la quale si è voluto attribuire il giusto merito all’importante lavoro di difesa e all’interessante fase di studio di un vitigno che più di tutti è capace di presentarsi come la carta d’identità enologica della Campania Felix. Con il premio all’ingegnere Mustilli si è data la giusta riconoscenza a chi, alla metà degli anni settanta insieme ad una piccola pattuglia di produttori, ha creduto in maniera convinta alle potenzialità di un vitigno che era praticamente finito relegato a qualche piccolissima area di produzione. Con il riconoscimento assegnato al professore Moio si è invece sottolineata l’importanza del lavoro di ricerca compiuto nel corso degli anni, grazie al quale il vitigno ha assunto una sua precisa fisionomia nell’ambito della viticoltura di qualità campana e nazionale. Il percorso compiuto dalla falanghina in questi quasi quarant’anni è stato efficacemente descritto nei brevi interventi dei due vincitori, premiati successivamente dall’assessore all’agricoltura del Comune santagatese, Marco Razzano, e dal funzionario dello Stapa Cepica di Benevento, Gianpaolo Parente.
Obiettivi centrati, dunque, per una manifestazione che ha saputo coinvolgere protagonisti ed appassionati in una ricca due giorni di riflesioni e degustazioni.