Ven. Nov 22nd, 2024

Cotarella1“E’ uno dei personaggi del vino più influenti al mondo”. Così definisce Riccardo Cotarella, Wine Advocate, l’autorevole rivista firmata da Robert Parker.

L’enologo, Oscar del vino 2013 di Bibenda, conosciuto per la sua alta professionalità, da pochi mesi, è stato nominato Presidente dell’Associazione Enologi ed Enotecnici Italiani. Tra i tanti progetti vinicoli seguiti con successo da Cotarella in tutto il mondo, oltre a quello della Falesco (sua azienda umbra), c’è quello che lo lega a La Guardiense, una delle cantine più importanti del Mezzogiorno,sia per il numero dei soci (circa mille), sia per l’imponente produzione.

A lui, per l’imminente vendemmia, abbiamo rivolto alcune domande.

Lei, sei anni fa, accettò un incarico che aveva tutti i connotati di una sfida. Perché disse di sì ad una collaborazione con una cooperativa del Sud?

Mi ha sempre affascinato collaborare con realtà dove tangibile è la forte volontà di migliorarsi, di non rassegnarsi a ruoli di comparse, di elevare la dignità dei produttori e di dare al proprio territorio le giuste leve per esprimersi al meglio.
È mia personale convinzione che una cooperativa, vuoi per  l’eterogeneità dei siti e delle persone, vuoi perché sono stati, nel passato, ritenute centri di raccolta e di massificazione, rappresentano per un enologo, desideroso di sperimentare e  appassionato del proprio lavoro, una situazione ideale  ed unica per realizzare i suoi progetti.

  Da quel giorno come ha consolidato il rapporto con gli amministratori ed i soci de La Guardiense?

  Ho trovato a La Guardiense tutto quanto sopra esposto. Inoltre si è instaurato un profondo feeling  con gli amministratori tutti, dal Presidente prof. Salvatore Garofano all’AD dott. Domizio Pigna, sino a tutti i consiglieri. Io trovo  in tutti loro passione, volontà, professionalità, determinazione, cosi come sono certo loro vedano in me uno dei tanti elementi per raggiungere i loro importanti obiettivi. Ma, al di là del rapporto professionale, nutro per tutti i soci un profondo sentimento d’amicizia e d’affetto che mi porta a dare loro il massimo della mia esperienza e professionalità.

  Ha avuto momenti di criticità nell’affrontare una realtà per lei nuova e, di certo, con caratteristiche diverse dalle altre per territorio e organizzazione.

Non ci sono stati momenti di criticità aldilà di quelli di un inizio che, in quanto dirompente, necessitava di un minimo di rodaggio. L’unica difficoltà che incontriamo insieme agli amministratori è quella di gestire idee e programmi che continuamente progettiamo e che vorremmo realizzare non soltanto bene ma anche in tempi brevissimi. Il tutto spinti e incoraggiati dai successi e dai forti riconoscimenti che stanno arrivando. Il vino è frutto e figlio di tanti elementi, tra i quali la scienza, l’esperienza e la passione che ognuno degli addetti ai lavori mette in campo. Ma è importantissima, anzi indispensabile, l’umiltà, il modo di approcciarsi al nostro lavoro. Dobbiamo abbandonare certi atteggiamenti supponenti e saccenti. Ogni qualvolta si entra in un nuovo territorio è come se fosse la prima volta che ci si avvicina al vino. Dobbiamo analizzare le uve, il clima, il terreno, dobbiamo avere un rapporto di simbiosi mutualistica con le persone del posto. Solo allora potremmo dire di conoscere un territorio e le sue grandi potenzialità come quello sannita.

 Che cosa lo ha particolarmente colpito di quest’esperienza in terra sannita?

Senza alcuna retorica, posso assicurare che ciò che mi ha più colpito del territorio sannita sono state le persone fattive, laboriose, volenterose, appassionate, professionali, attaccatissime alla loro terra, alle loro origini, alle loro tradizioni. Capaci di farti dare loro ciò che daresti a te stesso.

  E’ innegabile che La Guardiense, grazie al suo apporto, ha fatto passi da gigante. Ma, a suo avviso, a quale scenario può aspirare?  

  Un uomo solo, per quanto capace, non potrà mai raggiungere traguardi così come avvenuto a La Guardiense; occorre una squadra di amministratori oculati e attenti, l’enologo Marco Giulioli, professionalmente mia carissima creatura, il tecnico di laboratorio  Ernesto Buono, un comitato tecnico  composto da soci talmente preparati che potrebbero tenere lezioni di gestione operativa dei  vigneti in tutte le università, una base consapevole delle proprie potenzialità, i contabili, i commerciali ed il personale tutto, con il contributo del mio staff per intero, rappresentano le ragioni del gran successo. Successo che porterà ancora altre soddisfazioni e gratificazioni a La Guardiense, alla quale, per il futuro, prometto di mantenere tutto  il mio impegno ed il mio affetto.

Int.di Sandro Tacinelli

Di Carlo Scatozza

redattore di Campania Slow | Contatto Facebook: http://it-it.facebook.com/people/Carlo-Scatozza/1654720386

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