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castagnaL’emergenza “Cinipide” che, negli ultimi anni, ha colpito il settore castanicolo campano ha generato uno stato permanente di crisi, non solo per gli operatori della filiera, ma per intere aree montane in cui la coltura del castagno rappresenta, spesso, la principale risorsa economica.

Oltre ai problemi di crescente competizione commerciale sui mercati nazionali ed internazionali, le imprese campane si sono trovate a dover fronteggiare le difficoltà nel contenimento di una nuova emergenza fitosanitaria, dalla difficile soluzione in tempi brevi: quella del cinipide, appunto.

Nella consapevolezza che la complessa realtà castanicola campana necessita di interventi tempestivi in grado di risollevare le sorti del settore e anche per dare risposta ai territori che sono sottoposti da anni a tale vera e propria calamità, la Regione Campania ha posto in essere una serie di interventi, sia nel campo della ricerca e della sperimentazione, che in quello dei servizi di supporto alle aziende.

Stessa sensibilità è stata mostrata anche dall’intero Consiglio Regionale che ha approvato una legge ad hoc sulla complessa problematica, successivamente promulgata dal Presidente della Giunta Regionale (LR n. 13 del 21 maggio 2012). Proprio l’articolo 3 di tale norma prevede che la Regione, attraverso le proprie strutture di competenza, stabilisca linee di indirizzo tecnico volte a prevenire e a contenere i danni da cinipide, al fine di evitare ancor più preoccupanti fenomeni di degrado dei castagneti, ma anche per recuperare le piante nella loro funzione produttiva e vegetativa. Il presente documento, redatto da esperti della struttura regionale, vuole rispondere, così, alle esigenze e alle priorità espresse dalla filiera e dalle istituzioni locali, prospettando alcune azioni operative immediatamente eseguibili da parte dei produttori.

L’impegno che possiamo assumere è quello di far sì che questi indirizzi di carattere tecnico possano tradursi, presto, in una sorta di disciplinare, che declini, come prescrizioni, le operazioni agronomiche e selvicolturali da effettuare, collegabile a quelle misure previste dal PSR che consentono di poter adottare investimenti, anche minimi, per il recupero dei castagneti deperiti.

Più in generale, però, occorre sollecitare interventi da parte del Governo centrale, compatibili con le regole comunitarie, attivando nuove risorse, e uscendo dall’ambito solo agricolo, perché l’emergenza cui si assiste investe anche aspetti di carattere ambientale e di difesa del suolo rilevanti, che a lungo andare potrebbero generare fenomeni di degrado ed abbandono di vaste aree interne non solo della Campania.L’emergenza “Cinipide” che, negli ultimi anni, ha colpito il settore castanicolo campano ha generato uno stato permanente di crisi, non solo per gli operatori della filiera, ma per intere aree montane in cui la coltura del castagno rappresenta, spesso, la principale risorsa economica.

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Di Carlo Scatozza

redattore di Campania Slow | Contatto Facebook: http://it-it.facebook.com/people/Carlo-Scatozza/1654720386

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