Non si placano le polemiche suscitate dalla trasmissione di la 7 Servizio Pubblico, in cui il reportage sulla mozzarella di Bufala campana, e il quadro disegnato su Terra di Lavoro e sulla Piana del Sele, è sembrato a tantissimi, anche ai più critici, superficiale e generalizzante. Dopo la risposta ufficiale del consorzio scende in campo, con il suo peso di credibilità ed esperienza sul campo, Slow Food, l’associazione guidata da Carlo Petrini che fa, del buono,pulito e giusto, una battaglia ormai ultra ventennale e quotidiana, schierandosi a fianco delle centinaia di produttori onesti e seri .Questa la nota di Slow Food Campania:
37.500 tonnellate di prodotto realizzate da oltre 15.000 operatori che si traducono in circa 500 milioni di euro di fatturato. Questi i dati, in costante crescita, che registra la filiera della Mozzarella di Bufala Campana Dop, il cui valore economico ricade per oltre il 90% nel territorio campano.
Per questi motivi, Slow Food Campania ritiene necessario intervenire sulle modalità operative di un certo tipo di giornalismo che, qualche giorno fa, ha portato in prima serata su uno dei più seguiti network nazionali un reportage a nostro parere impreciso e che attraverso il sapiente uso del montaggio ha presentato una situazione che non rispecchia la realtà fatta anche di chi lavora sodo e onestamente. Il giornalismo di denuncia deve essere il più preciso possibile perché il rischio di compromettere il lavoro e la reputazione di persone innocenti è troppo grande.
In primo luogo, ci preme sottolineare che, per un settore con numeri così importanti per l’economia regionale, non è possibile racchiudere in un unico calderone tutti gli addetti ai lavori. Laddove necessario, si è infatti intervenuti con forza per segnalare quelle operazioni che si allontanavano dalla nostra visione del diritto a un cibo buono, pulito e giusto. Ora però sentiamo l’esigenza di far sentire il nostro sostegno a tutti quei produttori che, con onestà, trasparenza e amore per il proprio lavoro, realizzano uno dei fiori all’occhiello dell’agroalimentare campano interpretando appieno lo spirito che nel 2012 ci ha portato a stilare il Manifesto di Resistenza Contadina.
«Sono tanti i produttori di mozzarella di bufala seri, bravi e scrupolosi, sono queste realtà che noi vogliamo far emergere e a cui daremo spazio nelle nostre iniziative e cui chiederemo di aprire i caseifici, per rendere la filiera trasparente e sicura. A questo proposito – afferma Gaetano Pascale, Presidente Slow Food Campania – è diventato fondamentale che i consumatori-coproduttori imparino a conoscere direttamente i produttori presso i quali acquistano questo straordinario prodotto che è la mozzarella di bufala».
Noi di Campaniaslow.it riteniamo giusta e sacrosanta la nota di Slow Food Campania e aggiungiamo che il servizio non rende giustizia a Terra di Lavoro, che con i suoi oltre centomila ettari di superficie agricola utilizzata non può essere banalizzata in negativo con le riprese in qualche fazzoletto di terra purtroppo violentata da sversamenti, nè alla Piana del Sele, uno dei territori che da anni combatte contro l’abusivismo e le cui bellezze naturalistiche e artistiche, non meritavano di essere coinvolte in una mistificazione davvero di basso livello qualitativo.Sono questi territori ancora protagonisti della Campania Felix e patria della Dieta mediterranea.
Il servizio giornalistico fatto così potrebbe essere replicato in ogni luogo, come se spiegassimo l’agricoltura lombarda parlando solo del Lambro o illustrassimo i pascoli del Friuli con la vicenda del latte per il Montasio adulterato…