Ven. Nov 22nd, 2024

sabrinafragolaSi è riunita Sabato 27 Aprile, presso la sala convegni della Cooperativa Sole di Parete (ce), l’assemblea regionale delle condotte di Slow Food Campania e Basilicata, un appuntamento che ha consentito di fare il punto sulle trasformazioni che stanno investendo il sodalizio della chiocciola, che, con la tesi “il Futuro di Slow Food“, proposta dal presidente nazionale Roberto Burdese, presente ai lavori campani, si ripropone di conferire sempre maggiore importanza alle comunità del cibo, intese come network di produttori e co-produttori, consumatori e stakeholders del mondo del cibo, con una attenzione sempre crescente alle tematiche della biodiversità e della salvaguardia del territorio, scrollandosi definitivamente  di dosso una etichetta di movimento che riunisce solo colti appassionati enogastronomia. Nel dibattito è emerso di come, anche in Campania, prevalgano i consensi al nuovo modello organizzativo che vedrà una ridefinizione dei ruoli delle tradizionali condotte.

A fare gli onori di casa è stato il rappresentante della Coop Sole, Pietropaolo Ciardiello, che ha evidenziato come l’innovazione della coop tragga linfa dalla vitalità della sua storia, oggi, la cooperativa,  eccellenza dell’agro aversano, che sposa i  principi slow food, buono,pulito,giusto, esporta in tutta Europa anche le nuove produzioni con grande successo, come “Sabrina” la fragola della Campania, (in foto sopra)che anche nel nome porta l’appartenenza alla regione d’origine e la produzione, avviata con molto riscontro nei mercati esteri, dei Fagiolini sottili, quelli che un tempo erano i “Fagiolini di Mondragone“.

L’assemblea è stata presieduta da Caterina Salvia, fiduciaria di Slow Food Potenza, protagonista del rilancio della chiocciola in terra di Lucania.

cavolorapaDue le relazioni, di Nino Pascale, presidente regionale,  incentrata sui rapporti all’interno delle condotte e tra di esse e  sulla ottima sperimentazione in regione della campagna seguita al manifesto di Resistenza Contadina (ribadito proprio nella coop di Parete, esperienza di grande successo di questa resistenza in territori difficili), e quella del presidente Burdese, che ha fatto appello alla passione che deve guidare slow food anche in periodi di crisi, trasformandosi, per raggiungere meglio quegli obiettivi che anni sono nel dna dell’associazione, a partire dalla esperienza internazionale di Terra Madre, un movimento che è diventato elemento concreto di riscatto per tanti produttori del sud del mondo, cui slow food ha dato dignità e notorietà e da cui ha ricevuto una grande attenzione popolare e dei media, che hanno permesso all’associazione di essere oggi un importante movimento di opinione sulle tematiche del cibo, in tutto il mondo. I tempi nuovi cambiano anche l’ottica dei problemi, in un mondo in cui la fame si riaffaccia nelle città occidentali e dove l’obesità è una patologia che comincia ad essere diffusa  anche in zone dell’Africa. Senza rinunciare alle azioni derivanti dal diritto al piacere per tutti e da quelle miranti alla convivialità, l’associazione dovrà sempre più andare oltre i suoi confini, relazionarsi con tutta la comunità del cibo dei territori, con una rete più orizzontale e più capillare, con al centro il ruolo attivo del socio più che della condotta e dei suoi organismi. Un nuovo modello organizzativo ancora in costruzione, che prenderà forma a regime nel 2014, passando per l’assemblea nazionale di Genova in programma tra qualche settimana.

Numerosi gli interventi di alcuni fiduciari di condotte e di responsabili di progetto presenti, consapevoli delle difficoltà e delle sfide che le nuove tesi pongono alle organizzazioni territoriali.

Tutte le condotte hanno portato la testimonianza della propria cultura gastronomica dei territori di appartenenza, ed il pranzo è stato un vero percorso di conoscenza di prodotti e presìdi, con  preparazioni di grande eccellenza, tra cui la zuppa di cicerchie, il carciofo di Schito “violetto” di Castellammare, grandi frittate di asparagi e  cipolle di Alife, una incomparabile varietà di pani, da Caserta(anche ai friarielli) al Sannio (anche con le noci) alla zona Vesuviana, il caciocavallo della basilicata, il sorprendente Cavolo Rapa(in foto sopra), prodotto da Maria Teresa Belardo a Marcianise, poco usato nella nostra dieta ma  esportato quasi per intero in Germania, e tantissime altre pietanze,  con alla fine i dolci alla nocciola dei monti picentini e i croccantini di San Marco dei Cavoti. In Campania è possibile associarsi a Slow Food tramite la Rete di Terra Madre a 25 € e molteplici saranno i punti per il tesseramento aperti in occasione dello Slow Food Day che si celebrerà in molte città il 25 Maggio.

Di Carlo Scatozza

redattore di Campania Slow | Contatto Facebook: http://it-it.facebook.com/people/Carlo-Scatozza/1654720386

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