Sab. Nov 2nd, 2024

images-16Perché le diagnosi di celiachia sono in grande aumento? E’ sufficiente la maggior attenzione verso questa intolleranza alimentare da parte della classe medica, unitamente alla disponibilità di test sempre più validi per svelarne l’esistenza, per spiegare questa vera e propria esplosione di casi di celiachia? Anche se lo sviluppo delle conoscenze ha favorito in maniera sensibile l’incremento delle diagnosi, altri fattori sono sicuramente coinvolti nell’incremento diagnostico della celiachia, malattia autoimmune che può essere definita come un’intolleranza permanente al glutine, componente proteica di alcuni cereali. Fra questi il dato che oggi la popolazione mondiale consuma una maggior quantità di cereali e che quelli attualmente utilizzati sono assai più ricchi di glutine di quanto non fossero quelli del passato.

Questo aumentato carico di glutine potrebbe spiegare lo sviluppo progressivo di nuovi casi di intolleranza al glutine che hanno portato in pochi anni il numero delle diagnosi a raddoppiarsi arrivando a 135.000, con un incremento di circa il 10% all’anno negli ultimi 5 anni mentre il numero teorico di celiaci dovrebbe essere intorno ai 600.000 (dati 2011 dell’ultima relazione al Parlamento sulla celiachia presentata nel 2012 –http://www.salute.gov.it/ –  vedi  tabelle allegate).

Le prolamine e le glutenine ad alto peso molecolare contenute nel frumento, nella segale, nell’orzo, nel farro e nel kamut sono in grado di innescare nei celiaci una serie di alterazioni del sistema immunitario in grado di portare ad un severo danno dell’intestino tenue con conseguente perdita dei villi intestinali e comparsa di quella mucosa piatta che è la caratteristica istologica di questa patologia. Anche se l’intestino tenue rimane il principale, ed in molti casi, unico organo-bersaglio, la celiachia può assumere, in una discreta percentuale di celiaci, le caratteristiche di una malattia sistemica con interessamento di numerosi altri organi ed apparati, tra i quali le ghiandole endocrine, il sistema nervoso centrale e periferico, l’apparato cardiovascolare, il sistema connettivo e osteoarticolare, il fegato ed il sistema emopoietico.

L’elemento scatenante la celiachia è, quindi,  il glutine che per innescare i meccanismi immunologici patogenetici, necessita comunque di una particolare predisposizione genetica che viene a ricoprire un ruolo di primo piano nella diagnosi della malattia celiaca.

Un’altra domanda di grande attualità è se si nasce celiaci, con sviluppo immediato dell’intolleranza al glutine nell’infanzia non appena vengono introdotti nell’alimentazione cereali che lo contengono, o se invece si diventa celiaci lungo il decorso della vita a fronte dell’intervento di fattori ambientali scatenanti. L’esperienza degli ultimi decenni ha chiaramente dimostrato che non si nasce celiaci, ma lo si diventa nel corso della vita e che qualsiasi età della nostra esistenza può segnare l’inizio di questa malattia. “Anche alcuni fattori ambientali possono svolgere un ruolo determinante nello scatenamento della celiachia a cominciare dalle infezioni come quelle da Rotavirus o da Adenovirus e altri ceppi virali, così come gastroenteriti di natura batterica contratte dopo un viaggio in paesi con condizioni igieniche non ottimali o infezioni da parassiti.  – spiega il Prof. Umberto Volta, Responsabile della struttura semplice di malattia celiaca e sindromi da malassorbimento al Policlinico S.Orsola-Malpighi di Bologna e Presidente dei consulenti scientifici nazionali dell’Associazione italiana celiachia (Csn-Aic) –  Fra gli altri fattori ambientali in grado di provocare lo sviluppo della celiachia in soggetti geneticamente predisposti bisogna ricordare la fase del puerperio dopo una gravidanza trascorsa in modo del tutto regolare o stress legati a gravi dispiaceri (ad esempio lutti familiari) o ad interventi chirurgici. Di esempi di questo tipo tutti gli esperti di celiachia sono in grado di citarne a decine. E’ chiaro che tutto ciò non fa altro che confermare che per il manifestarsi della patologia è necessario un habitus genetico ben definito su cui agiscono fattori ambientali in grado di far insorgere la celiachia in qualsiasi età della vita, anche in quella geriatrica”.

 

Celiaci 2011

 

REGIONE                                                   ANNO 2011

ABRUZZO                                                        3.370

BASILICATA                                                         663

CALABRIA                                                       2.925

CAMPANIA                                                      13.845

EMILIA ROMAGNA                                           10.933

FRIULI VENEZIA GIULIA                                   2.471

LAZIO                                                              13.827

LIGURIA                                                           3.764

LOMBARDIA                                                    23.884

MARCHE                                                          2.562

MOLISE                                                               628

P.A. BOLZANO                                                  1.045

P.A. TRENTO                                                     1.474          

PIEMONTE                                                        9.311

PUGLIA                                                              7.600

SARDEGNA                                                       5.256

SICILIA                                                            10.746

TOSCANA                                                        10.733

UMBRIA                                                             1.867

VALLE D’AOSTA                                                   354

VENETO                                                            8.542

TOTALE                                                         135.800

Fonte: http://www.salute.gov.it/

Tab. 1

 

 

 

REGIONE 2009 2010 2011

Nuove diagnosi dal 2009 al 2011

Nuove diagnosi dal 2010 al 2011

% di incremento

delle diagnosi

ABRUZZO

2.611

2.998

3.370

759

372

23

BASILICATA *

665

591

663

n.c.

72

n.c

CALABRIA *

1.895

2.925

n.c.

1.030

n.c.

CAMPANIA

12.537

13.414

13.845

1.308

431

9

EMILIA ROMAGNA

8.801

9.916

10.933

2.132

1.017

20

FRIULI VENEZIAGIULIA

1.951

2.241

2.471

520

230

21

LAZIO

12.414

13.676

13.827

1.413

151

10

LIGURIA

3.319

3.487

3.764

445

277

12

LOMBARDIA

17.777

18.755

23.884

6.107

5.129

26

MARCHE

2.031

2.283

2.562

531

279

21

MOLISE

508

584

628

120

44

19

P.A. BOLZANO

840

910

1.045

205

135

20

P.A. TRENTO

1.144

1.312

1.474

330

162

22

PIEMONTE

7.962

8.754

9.311

1.349

557

14

PUGLIA

6.800

6.926

7.600

800

674

11

SARDEGNA

3.901

4.787

5.256

1.355

469

26

SICILIA

9.847

10.586

10.746

899

160

8

TOSCANA

8.833

9.737

10.733

1.900

996

18

UMBRIA

1.494

1.679

1.867

373

188

20

VALLE D’AOSTA

297

325

354

57

29

16

VENETO

6.748

7.626

8.542

1.794

916

21

TOTALE

110.480

122.482

135.800

25.320

13.318

19

n.c. = non calcolabile

* La Basilicata e la Calabria in questa tabella fanno caso a se stante. In Basilicata il calcolo dei Celiaci solo dal 2010 è fatto in base ai

pazienti con codice di esenzione per cui i valori del 2009 non sono confrontabili. La Calabria, invece, nel 2009 non ha comunicato i

dati per cui il confronto può partire solo dal 2010.

 

 

 

 

Di Carlo Scatozza

redattore di Campania Slow | Contatto Facebook: http://it-it.facebook.com/people/Carlo-Scatozza/1654720386

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