Ven. Nov 22nd, 2024

1364310926061Vi anticipiamo che dal prossimo 1 luglio saremo costretti ad abbandonare definitivamente la produzione di mozzarella di bufala campana Dop”. Lo scrivono i soci del Consorzio di Tutela nella lettera che ciascuno di loro invierà nelle prossime ore al ministero della Politiche agricole, alle Regioni interessate e alle Commissioni Agricoltura del Parlamento.
Al termine della riunione straordinaria del Consiglio di Amministrazione del Consorzio di Tutela, tenutasi oggi e allargata ai membri del Comitato Paritetico e agli associati che hanno chiesto di parteciparvi, arriva la prima decisione di protesta corale contro il decreto di attuazione della legge 205/2008, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 68 del 21 marzo scorso, che obbliga gli operatori inseriti nel sistema di controllo della Dop a produrre Mozzarella di Bufala Campana in stabilimenti esclusivamente dedicati a tale produzione.
“Ci auguriamo – scrivono inoltre i soci – che il Parlamento, il ministero delle Politiche Agricole e le Regioni dell’area Dop si rendano conto dell’estrema gravità delle conseguenze provocate da questa norma, soprattutto sul comparto allevatoriale, e vogliano pertanto procedere con la massima urgenza ad approvare, per quanto di propria competenza, le modifiche al disciplinare già proposte dal Consorzio oltre un anno fa, che a parere degli scriventi renderebbero del tutto superflua l’entrata in vigore della legge 205/2008″.
“La norma appena approvata – commenta il presidente del Consorzio di Tutela, Domenico Raimondo – impone, a partire dall’1 luglio prossimo, di produrre mozzarella Dop solo negli stabilimenti dedicati, vietando la contemporanea realizzazione di qualsiasi altro prodotto, compresa la ricotta, notoriamente ricavata proprio dalla lavorazione della mozzarella. La conseguenza sarà che molte aziende si vedranno costrette alla scelta di abbandonare la Dop per dedicarsi alla produzione di formaggi non certificati, prodotti con latte bufalino anche di altra provenienza, di costo e di qualità inferiori. Quale azienda infatti – incalza Raimondo – potrebbe decidere di realizzare, in un momento di generale difficoltà economica, un secondo caseificio, per poter continuare a produrre ricotta e altri formaggi? Chi non preferirebbe, al contrario, proseguire a produrre l’attuale gamma di prodotti, rinunciando solo alla Dop? Ora speriamo che le istituzioni ci evitino di dover celebrare il funerale del più importante prodotto a marchio Dop del centro-sud Italia”.

47439_298275453611993_1710748039_nQuesto provvedimento  prende il via dalla legge dell’allora Ministro leghista  Zaia del governo Berlusconi, che fece approvare la legge 205 stabilendo che la produzione dovesse avvenire in caseifici in cui non si realizzassero altri prodotti bufalini: mozzarelle non Dop e persino ricotta di bufala campana Dop (che  è “figlia” della mozzarella). Erano anni in cui la Lega che governava il ministero dell’ agricoltura  incitava gli allevatori del Nord a non pagare le quote latte, incoraggiando a diversificare la mucca con la bufala, in attesa che alla grande Dop del Sud Italia si scippasse l’aggettivo “Campana”, nel mentre, Zaia contribuiva allo scandalo di Buonitalia, con inchieste oggi in corso che stanno facendo luce su progetti di promozione finanziati dal ministero solo ed esclusivamente per DOP del Nord Italia ( ma con i soldi di tutti i contribuenti). Ci auguriamo che politica e istituzioni, e tutta la società civile meridionale si stringano attorno al consorzio di tutela per resistere a questa norma oscena.

Di Carlo Scatozza

redattore di Campania Slow | Contatto Facebook: http://it-it.facebook.com/people/Carlo-Scatozza/1654720386

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