Lun. Dic 23rd, 2024

Un lungo week end per Bianchirpinia, che ha visto come quartier generale l’hotel La Locandina di Aiello del Sabato (AV), ma che ha mobilitato l’intero territorio provinciale, come nelle intenzioni degli organizzatori. Non una semplice rassegna enologica, insomma, ma una vera e propria porta d’ingresso all’Irpinia di qualità, ogni giorno più consapevole della sua vocazione agricola ma anche delle sue tradizioni di accoglienza per i viaggiatori più curiosi e meno frettolosi, affascinati da una terra impervia, nascosta, isolata ma assolutamente unica, geograficamente sudista ma distante anni luce dagli stereotipi mediterranei.

 

Una manifestazione che arriva in un momento indiscutibilmente delicato per la provincia di Avellino, in bilico tra le urgenze dettate dalla crisi e le sfide del futuro. Una fase che ovviamente coinvolge a pieno anche la filiera vitivinicola, senza dubbio una delle più importanti con le sue quasi 200 aziende e le migliaia di viticoltori, le tre Docg e le decine di denominazioni collegate ad un patrimonio di varietà autoctone semplicemente straordinario. Nonostante le difficoltà sui mercati, la crisi del prezzo delle uve, le tante incognite sulle strategie di sviluppo, l’Irpinia del vino si fa trovare ancora una volta in piena salute al cospetto delle centinaia di giornalisti, operatori e appassionati accorsi in zona per confrontarsi con i suoi vini bianchi.

Un appuntamento che finisce dunque per acquisire un forte valore simbolico sotto molti fronti, aldilà degli aspetti tecnici. Innanzitutto recuperando ad oltre un lustro di distanza una delle sezioni principali dell’evento Terra Mia, la cui ultima edizione si svolse ad Atripalda nel 2007. Ma soprattutto segnalando la possibilità concreta di ripartire in un lavoro di promozione e comunicazione davvero pensato e condiviso collettivamente, quel modello autenticamente orizzontale che la Miriade & Partners ha voluto costruire con le oltre sessanta aziende impegnate tra BianchIrpinia e Taurasi Vendemmia.

 

Uno spirito di collaborazione che ha permesso di immaginare per la prima volta una rassegna dedicata ai vini bianchi calendarizzata in un periodo autunnale, privilegiando gli obiettivi di focus e approfondimento rispetto alle urgenze “da anteprima”, con relativa corsa a punteggi e valutazioni su bottiglie ancora all’inizio del loro percorso. Una proposta che ha incontrato grande favore ed entusiasmo da parte della stampa accreditata, soddisfatta della possibilità di assaggiare Greco di Tufo e Fiano di Avellino ad almeno un anno dalla vendemmia, in una fase in cui cominciano ad essere pienamente leggibili ed espressi. Vini che sempre di più sembrano meritare il gradimento e la simpatia di critica e consumatori, soprattutto per la loro capacità di declinare le vigne e le annate di provenienza, di diventare formidabili compagni di tavola grazie al loro profilo montano, la loro dotazione di tensione e sapore, la loro attitudine all’invecchiamento. La maggior parte delle quasi 90 etichette in assaggio (senza contare le bottiglie stappate durante le visite e gli eventi pomeridiani e serali nelle cantine) proveniva dall’annata 2011, con indicazioni indubbiamente positive. Nonostante l’andamento climatico non certo facile, è emersa una volta di più la forza del fresco terroir irpino, alla base di una lunga serie di Fiano e Greco unanimemente considerati tra le migliori riuscite del millesimo a livello nazionale. Impressioni confermate anche nelle sezioni dedicate agli altri bianchi irpini, tutt’altro che comprimari nella cinque giorni aiellese: c’è sempre più curiosità e voglia di capire l’indole irpina della Falanghina, il vitigno a bacca bianca più diffuso in Campania, così come la Coda di Volpe sembra pronta a spiccare definitivamente il volo, insieme al Greco Musc’ e agli altri esperimenti dentro e fuori le aree a Docg.

 

Molto importanti, da questo punto di vista, si sono rivelati i temi affrontati durante il convegno di apertura, curati dal gruppo di produttori, enologi e agronomi operanti in Irpinia coinvolti nella Commissione Tecnica Territoriale. Partendo dalla storia e dalle specificità genetiche dei due più prestigiosi vitigni irpini e campani, la platea dei giornalisti ed appassionati è stata guidata in un viaggio via via più dettagliato nelle aree del Greco di Tufo e del Fiano di Avellino. Vere e proprie mappe umane e territoriali chiamate a rendere conto di distretti produttivi estremamente eterogenei sul piano geografico e pedoclimatico, naturalmente alla base di vini dal temperamento variegato, a ben vedere davvero facce diverse di una stessa medaglia.

Un fil rouge che aiuta ad inquadrare anche le prime anticipazioni sulla vendemmia 2012: l’estate appena trascorsa sarà ricordata come una delle più calde nella storia italiana ed irpina, ma i vini che si sono originati potranno mettere in evidenza una volta di più il carattere peculiare di quest’area, con le sue escursioni termiche, i vitigni a maturazione tardiva, le fondamentali risorse idriche accumulate nel lungo e nevoso inverno. Un millesimo che si annuncia tra i più scarsi da un punto di vista quantitativo ma sembra promettere di nuovo esiti interessanti, soprattutto se misurati sul piano nazionale.

 

Altrettanto centrali nel format di BianchIrpinia si sono confermate le sezioni pomeridiane e serali che hanno visto i giornalisti accreditati impegnati presso le aziende partecipanti, con visite e supplementi di indagine degustativi, in molti casi organizzati insieme dai vari vignaioli. Mai il programma è stato così ricco, non solo con eventi speciali pensati ad hoc (orizzontali, verticali, retrospettive), ma soprattutto con una serie di visite sollecitate sul momento, con i giornalisti che hanno voluto andare a verificare di persona il lavoro delle cantine che più avevano apprezzato durante le sessioni di assaggio alla cieca. Grande coinvolgimento ha suscitato infine l’iniziativa denominata Salotto Irpinia, un’area parallela al tasting in cui le aziende partecipanti alla rassegna hanno potuto confrontarsi con tutti i vini proposti in degustazione dalle altre aziende e allo stesso tempo incontrare i giornalisti e gli operatori, ricevendo utili feedback sulle impressioni ricavate dalle varie sessioni di assaggio.

 

Di Carlo Scatozza

redattore di Campania Slow | Contatto Facebook: http://it-it.facebook.com/people/Carlo-Scatozza/1654720386

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