Ven. Nov 22nd, 2024

Anche per il 2013 Marilena Giuliano e Gino Della Valle degli Scacchi di Caserta Vecchia hanno ricevuto la Chiocciola Slow Food, massimo riconoscimento della Guida Osterie che significa, come specificato nel volume“Un locale che ci piace in modo speciale, per l’ambiente, la cucina, l’accoglienza in sintonia con Slow Food”.

 

E per festeggiare la riconferma e contemporaneamente celebrare – attraverso uno dei suoi principali protagonisti – il vino principe della  provincia di Caserta, ricominciano al covo gourmet ai piedi del borgo medievale le serate enogastronomiche a tema.

 

La prima serata – organizzata con la collaborazione di Alessandro Manna – ha volutamente dal nome classico per il più letterario dei vini latini: “De Falerno”

 

Un primo momento di degustazione di una nutrita batteria di Doc Falerno, tutti curati da Nicola Trabucco e tutti prodotti intorno al Monte Massico, ma ognuno con una peculiarità di posizione della vigna che lo rende distinto; il tutto accompagnato da “golosita della cucina”.

 

La cena vedrà protagonista il territorio e la tradizione, nella lettura moderna ed attualizzata  della chef casertana, e tre vini di sicura forza.

Il vino più celebrato dell’antichità, il più mitico, quello che nelle locande di Pompei costava almeno il quadruplo degli altri, è diventato “ufficialmente moderno” – e dalla natura disciplinarmente duplice – nel 1989 con l’istituzione della Denominazione di Origine Controllata “Falerno del Massico”.

Il prodotto principale dell’antico Ager Falernus (oggi i comuni di
Carinola, Cellole, Falciano del Massico, Mondragone e Sessa Aurunca) ha trovato, vendemmia dopo vendemmia, nuovi interpreti, fino ad individuare (almeno per una decina di loro) una specie di regista, di collaboratore preparato e speciale in quanto enfant du pays.
Nicola Trabucco dopo esperienze notevolissime e prestigiose (consulenze per l’azienda agricola di “don Alfonso” e  il Galardi Terra di Lavoro 1999, miglior vino d’Italia 2002 per Veronelli) è diventato una specie di regista – o forse, meglio, un direttore d’orchestra – di piccoli produttori che della qualità e della specificità del terroir  di ognuno hanno fatto, grazie a Trabucco, una bandiera.

 

Da questa premessa nasce l’idea di un excursus ampio (ma non totale) sulla potenzialità di un territorio e di un vino, sia nella versione bianca, sia nella realizzazione  – doppia, occorre sempre sottolineare – rossa.

 

Di Carlo Scatozza

redattore di Campania Slow | Contatto Facebook: http://it-it.facebook.com/people/Carlo-Scatozza/1654720386

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.