La biografia, ma anche le esperienze più personali, di Riccardo Cotarella, uno dei più importanti enologi italiani, che in buona parte coincide con i successi dell’Italia enoica nell’ultimo mezzo secolo: ecco “Riccardo Cotarella. Quasi un ritratto”, volume di Nino d’Antonio (con prefazione di Luigi Moio), edito da CiVin Srl – Città del Vino, che sarà presentato il 13 settembre al Grand Hotel Parker’s a Napoli, alla presenza dell’autore e del protagonista, insieme al presidente della Commissione Agricoltura della Camera Paolo Russo e ai giornalisti Antonio Corbo de “La Repubblica” e Luciano Pignataro de “Il Mattino” (info: www.terredelvino.net).
La biografia di Riccardo Cotarella – che delle Città del Vino è anche “Ambasciatore Emerito” – occupa le prime settanta pagine del volume edito dalle Città del Vino (pag. 170, € 15,00) e rappresenta solo un pretesto per ripercorrere a ritroso la storia del vino in quest’ultimo mezzo secolo.
Le vicende private s’intrecciano così con la nascita di quei grandi vini – dal Montevetrano al Terra di Lavoro – che hanno segnato il successo di Cotarella. Il volume, di particolare eleganza e ricco di suggestive immagini, si articola in quattro sezioni: “Cotarella si racconta” è dedicata alle esperienze più personali dell’enologo, dal rapporto con San Patrignano alle incursioni negli Châteaux francesi, all’amicizia con la famiglia Moratti. Segue il cuore del libro, quello che ripercorre la storia della vite “dal Sud alla Sicilia”, uno spaccato dove costume e tradizione s’intrecciano all’antica presenza dei vitigni greci. Un racconto condotto con mano leggera e tono discorsivo, ma denso di notizie, spesso di prima mano. La presenza di un’indagine dedicata solo all’area meridionale, in particolare, trova la sua legittimazione nell’impegno (e nella passione) che Cotarella ha sempre mostrato per i vitigni del Sud.
L’Aglianico, il Gaglioppo, il Negroamaro, il Nerello Mascalese, sono da anni al centro della sua ricerca e filosofia sui “vitigni fedeli”.
Ancora due sezioni, infine: “Uomini e Vini”, dedicata alle cantine con le quali Cotarella intrattiene rapporti di amicizia prima ancora che di collaborazione (e vi figurano i più bei nomi delle aziende italiane), e quella dedicata ai “Vitigni che fanno Italia”, vale a dire a quelli più largamente presenti sul nostro territorio, dal Barbera al Nebbiolo, dal Montepulciano al Sangiovese.