Sab. Nov 2nd, 2024

Nelle sere d’estate non è infrequente, in Campania, trovare la figura del venditore di lupini ( O’ Lupinare), immancabile protagonista di sagre e feste di paese. Ma dobbiamo sapere che  il lupino ha una storia antica ed importante nei nostri territori. Il nome deriva probabilmente dal greco lype, che significa tristezza, provocato dal sentore di amaro, infatti il lupino crudo, senza trattamenti ha uno sgradevole sapore amarognolo. Utilizzato dagli egiziani e dalle popolazioni della magna grecia ,già il naturalista romano Plinio li cita scoprendo che le caratteristiche piante di colore azzurro seguono il moto del sole, costituendo un orologio del mondo vegetale. Il Lupino è una Leguminosa da granella, da sempre presente nelle coltivazioni e nella dieta del mediterraneo. In Italia la produzione è sempre stata tradizionale in Campania, Lazio, Puglia e Calabria, soprattutto in quelle zone dove la terra è  troppo acida per coltivare i legumi tradizionali, il lupino, infatti ha una grandissima adattabilità a terreni che  non sono dei migliori.

Il Lupino ha la necessità, per diventare gradevole, di decantare almeno due giorni in vasche con acqua salata, per perdere il sapore amarognolo e donare il gusto che conosciamo, diventando non solo un alimento da sagra venduto da ambulanti, ma anche uno snack o una presenza in aperitivi, tra gli “spassi” più apprezzati, essendo oggi confezionati in sottovuoto da diverse aziende che rispettano tutti gli standard igienico-sanitari.  Gli uomini di mare, sono soliti portarli a bordo e salarli calandoli in acqua con borse a rete.Le antiche massaie li immergevano in sacchi di juta nel lungofiume, prima di salarli.

Particolarmente vocata, in Campania, è la zona del vairanese, nelle campagne intorno Vairano Patenora, infatti, resistono le coltivazioni del Lupino Gigante di Vairano, chiamato anche “lu Lupinone” o “lu Lupinaccio” è servito come antipasto. I lupini vengono separati dai baccelli raccolti sulla pianta con le modalità della trebbiatura, poi portati in salamoia ed essiccatoio per tre giorni. La zona dell’alto casertano, vicino al Volturno è anche il territorio di provenienza della maggior parte dei lupini di buona qualità che vediamo sui banconi delle feste. Il Lupino ha grandi contenuti di proteine e, secondo alcune ricerche, è un alimento che può prevenire diabete e tumore al colon. Un tempo erano molto vaste le coltivazioni di lupini, che hanno fatto spazio, negli ultimi decenni, a colture sicuramente più redditizie, il lupino, infatti ha un prezzo molto basso rispetto agli altri legumi. Macinati i lupini,  si ottiene una ottima farina, venduta negli shop biologici, utile per diete con molte proteine, senza glutine e carboidrati, ideale per dolci e prodotti da forno.

Sarebbe utile, come abbiamo già detto qualche mese fa a proposito dell’altro nostro grande  cibo di strada, O‘  “Pere e Musso”, avviare un processo di selezione, regolarizzazione , certificazione e valorizzazione dell’ ambulantato , per dare dignità a queste produzioni e a chi ci lavora, oltre che a fornire la massima sicurezza e tracciabilità del prodotto al consumatore finale.

Di Carlo Scatozza

redattore di Campania Slow | Contatto Facebook: http://it-it.facebook.com/people/Carlo-Scatozza/1654720386

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