I vini sanniti convincono per qualità e per la capacità di interpretare un territorio.
Domani ultima giornata per la quarantaseiesima edizione dell’evento veronese.
Ospiti illustri, rappresentanti istituzionali e tanti addetti ai lavori hanno presenziato al battesimo delle prime etichette dell’Aglianico del Taburno Rosato Docg e della Falanghina del Sannio Doc che sono state presentate in anteprima nazionale al Vinitaly, il salone internazionale del vino e dei distillati che si chiude domani a Verona.
Ad aprire l’incontro è stato il presidente della Camera di Commercio sannita, Gennaro Masiello che ha ringraziato tutti coloro che sono stati impegnati nella stesura ed approvazione dei nuovi disciplinari di produzione. “Gli attori della filiera sannita, con in prima linea tutti i produttori, anche quelli non presenti a Verona, – ha aggiunto il presidente Masiello – sono stati protagonisti in questi ultimi anni di un percorso di crescita interessante. Ora la sfida maggiore sarà quella di fare conoscere, attraverso il vino, la nostra identità, profondamente legata al nome del territorio. In questo complesso lavoro si dovrà continuare a presentarsi con prodotti che mirano sempre più all’eccellenza”.
Il consigliere regionale con delega all’agricoltura Vito Amendolara ha sottolineato l’importante processo di cui si è reso protagonista il Sannio “che con convinzione ha puntato sui prodotti autoctoni, sulla chiave identitaria dei vitigni autoctoni di cui è particolarmente ricco, lavorando anche sul lato della professionalità degli addetti ai lavori”.
L’incontro ha poi lasciato spazio ad argomenti prettamente tecnici, partendo dalla degustazione della Falanghina del Sannio spumante Doc affidata ad Antonello Maietta, presidente nazionale dell’Associazione Italiana Sommelier. “La qualità – ha spiegato – non è tale solo perché riconosciuta dai fregi Doc o Docg. La terra sannita è terra di eccellenza, come ben mostra la versatilità del vitigno falanghina. Oggi sono di moda le bollicine, tutti producono spumanti, ma non sono molti i territori capaci di esprimere vitigni autoctoni che si prestano a questi percorsi produttivi. Si tratta di un problema che non interessa il Sannio”.
A seguire la presidente regionale dell’Ais, Nicoletta Gargiulo, a cui è toccato guidare la degustazione della prima annata della Falanghina del Sannio Doc. “Siamo di fronte – ha illustrato alla platea – ad un vitigno da cui si producono vini che non solo convincono per qualità eccelsa, ma che costituiscono sicuramente il miglior abbinamento con la cucina tradizionale campana. La forza delle etichette falanghina è anche nella loro grande versatilità a tavola”.
E’ toccato al curatore nazionale della guida Slow Wine, Fabio Giavedoni, presentare l’eccellenza dell’Aglianico del Taburno nella sua declinazione Rosato Docg. “Il rosato, più delle bollicine – ha dichiarato – in questo momento è un vino trendy. L’Aglianico del Taburno in versione rosa convince al di là della moda, perché siamo di fronte ad un vitigno capace di esprimere pienamente il territorio anche attraverso questa tipologia. Anche quando passeranno le mode questo prodotto continuerà ad avere una grande valenza”.
La cronaca della giornata è andata avanti con l’accoglienza dei visitatori nella area di Piazza Santa Sofia che ha ospitato la presentazione del progetto ‘Andare per vigne’ dell’associazione Aglianico del Taburno e quelle dei vari eventi legati al vino che si svolgono in terra sannita.
Domani ultima giornata della manifestazione veronese, con le numerose aziende sannite che faranno degustare i propri nettari agli addetti ai lavori nell’area allestita nel padiglione Campania dalla Camera di Commercio, attraverso la propria azienda speciale Valisannio.