Lun. Dic 23rd, 2024

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Gli antichi riti della civiltà contadina, le suggestioni del vivere quotidiano in un ambiente rurale, rivivranno a Savignano Irpino, il prossimo 09 aprile 2012 grazie alla proposizione del rito “r’ lu puorc”. Il maiale, l’animale che per anni ha costituito il principale sostentamento alimentare familiare delle comunità contadine locali, sarà rivissuto nell’antica e coinvolgente atmosfera delle tradizioni culturali delle valli irpine tra suoni e colori del folklore ed i sapori e profumi dei prodotti tipici enogastronomici che verranno degustati.

Alla manifestazione è legata la possibilità di poter conoscere il territorio delle valli irpine e dei Monti Dauni attraverso escursioni guidate in aziende di allevamento di suini locali e macellerie convenzionate per conoscere la lavorazione delle carni. Quasi tutte le famiglie delle valli irpine e daune “ crescev’n’ lu puorc”, sia i contadini, sia quelli che abitavano in paese, i quali, spesso, avevano un riparo per i maiali davanti alle proprie case. Chi poteva cercava di allevarne almeno due: uno per uso personale e uno per venderlo, così si ammortizzava la spesa.

Ricollegandosi quindi, a questa consolidata tradizione locale, si è sentita l’esigenza di dare più ampio respiro a questa esperienza. E’ nata così l’idea di programmare l’evento che si propone come un percorso suggestivo che rievochi e valorizzi i riti e le pratiche della vita contadina di un tempo nel suo svolgersi quotidiano. In particolare l’uccisione e la successiva lavorazione della carne di maiale e tutto ciò che ne concerne, la produzione e l’elaborazione di cibi tradizionali (i  vari lavorati della carne di maiale) e la produzione di tutti quegli utensili ed oggetti legati alle esigenze quotidiane della vita nei campi e nel focolare domestico.

Una manifestazione che nasce dall’esigenza di sostenere questi riti tradizionali che sono il fondamento di un prezioso patrimonio culturale da conservare, valorizzare e trasmettere alle generazioni future, le quali stanno assistendo, negli ultimi decenni, ad un inesorabile allontanamento dalle campagne e da tutto ciò che garantiva un’azione di presidio di tale civiltà.

La festa non è quindi solo e semplicemente un momento di aggregazione sociale o di festa paesana, ma vuole essere soprattutto un evento culturale, turistico, gastronomico di ampio respiro con la possibilità di gustare sul luogo varie specialità che originano dal maiale, come prosciutti, salami, coppa, capicolli, salsicce, strutto, sanguinaccio ma soprattutto “lu suffritt’”.

Un appuntamento che vuole diventare annuale e costante nel tempo dove si possa incontrare e parlare del maiale anche sotto l’aspetto culturale, agroalimentare e zootecnico.

Di Carlo Scatozza

redattore di Campania Slow | Contatto Facebook: http://it-it.facebook.com/people/Carlo-Scatozza/1654720386

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