Un inzio 2012 scoppiettante per il “Conciato Romano”, il formaggio riscoperto dalla Famiglia Lombardi di Castel di Sasso.
Il conciato riceve non solo il miglior punteggio (i tre spicchi di cacio) ma l’investitura di “Fuoriclasse” premio speciale rilasciato a soli 17 sui 316 formaggi italiani selezionati da Gambero Rosso.
Tra questi 17 un altra azienda campana e casertana la Fenice con la sua squisita Mozzarella di Bufala Campana Dop.
Si tratta di una pubblicazione mai realizzata prima sui migliori formaggi italiani, regione per regione, 220 aziende 316 formaggi, un unicum in italia e nel mondo.
Ed ecco i Tre spicchi di cacio del Gambero Rosso 2012 che premiano l’eccellenza dei formaggi in Campania per il 2012:
- Conciato Romano – Le Campestre (Ce)
- Mozzarella di Bufala Campana Dop – La Fenice (Ce)
- Mozzarella di Bufala Campana Dop – Salicella (Ce)
- Mozzarella di Bufala Campana Dop – Vannulo (Sa)
- Provolone del Monaco Dop – De Gennaro (Na),
- Ricotta di Bufala Campana Dop – Barlotti La Bufalara(Sa)
- Ricotta di Bufala Campana Dop – Casa Madaio (Sa)
- Ricotta di Bufala Campana Dop – Roberta (Sa)
Premio Speciale “I Fuoriclasse”, Conciato Romano – Le Campestre (Ce), Mozzarella di Bufala Campana Dop – La Fenice (Ce).
Motivazione del Premio Speciale “I Fuoriclasse” Conciato Romano: Una bomba potentissima dalla forza quasi afrodisiaca, piena di profumi e aromi pungenti e pervasivi. Eppure capace di mantenere il sapore del latte di pecora.
Mozzarella di Bufala Campana Dop: Una mozzarella di una rotondità giottesca, di elegante equilibrio fra le note vegetali, il sapore di latte bufalino, la goduriosa consistenza grassa e leggermente gommosa.
Il Conciato romano, dopo anni di abbandono, sta conoscendo oggi un rinnovato interesse, tanto da essere diventato presidio Slow Food unico della provincia di Caserta ed essere stato incluso nell’elenco regionale dei prodotti tradizionali della Campania.
La zona d’origine e produzione è il comune di Castel di Sasso, nella parte settentrionale della provincia di Caserta, e le zone limitrofe (comuni del Monte Maggiore), dove, grazie soprattutto agli sforzi e alla lungimiranza dei casari della famiglia Lombardi, è stata ripresa l’antica tecnica, già conosciuta ai Romani e citata anche dal poeta Marziale, che consiste nel rompere a mano la cagliata e poi modellarla e salarla a secco e successivamente sottoporre il formaggio così ottenuto alla concia, al trattamento superficiale e alla stagionatura in orci di terracotta.