Ven. Nov 22nd, 2024

Alla serata conclusiva del Trofeo Città di Napoli, organizzato dall’Associazione di Pizzerie Regina Margherita, è intervenuto il Presidente del Comitato per la Promozione, Tutela e Valorizzazione della Pizza Napoletana, Rosario Lopa. Il Comitato insieme al Ministero e alle Associazioni di Riferimento,interviene Lopa, si rese promotore del coordinamento per la stesura finale del disciplinare che ha portato al riconoscimento europeo del marchio STG, (specialità tradizionale garantita).

Naturalmente, prosegue l’esponente del Comitato, stiamo predisponendo la possibilità che le attività di formazione siano previste per tutelare la professionalità dei nostri Pizzaiuoli. Ormai in tutti i paesi del mondo,continua Lopa, l’alimento pizza è presente ma non è prodotto con i giusti elementi e con le dosi più equilibrate, indispensabili per una corretta alimentazione e per proseguire, nel modo più opportuno, i canoni della ricetta tradizionale Partenopea. Per queste ragioni, sarà necessitare avviare anche un nuovo processo di certificazione dei prodotti relativi alla Pizza Margherita.

Gli ingredienti base della pizza sono essenzialmente poveri e di facile reperibilità (farina, pomodori, mozzarella) e consentono una preparazione veloce purché si impieghi una tecnologia avanzata e uno specifico know how. Raggiungendo una visione d’insieme più ampia sui comportamenti e i bisogni attuali propostoci dalla figura professionale dell’esercente pizzaiolo e dall’operatore dipendente, bisognerà organizzare corsi per dare la possibilità a giovani interessati alla ristorazione di apprendere la professione del pizzaiolo e prepararli ad un inserimento nel tessuto sociale/economico della ristorazione stessa.

Questa considerazione si è evidenziata maggiormente in relazione alle ricerche di opportunità di recupero, mirato e valido ad offrire una concreta risposta ad una richiesta specifica espressa nel settore turistico e ristorativi. La Pizza, alimento principe della dieta mediterranea e un business di oltre 6.300.000.000 di Euro l’anno.

Un prodotto, divenuto patrimonio di tutte le regioni italiane, che esalta la qualità e la tipicità dell’agricoltura del nostro Paese. “Margherita”, “Marinara”,la pizza è una vera passione. E per gli italiani, dopo la pasta, è il piatto più amato. Ma non solo. E’ anche un grande business. Nel nostro Paese, secondo un’analisi compiut, si vendono ogni anno nelle oltre 40mila pizzerie più di un miliardo e mezzo di pizze tipiche al piatto, che muovono un giro d’affari di sei miliardi e trecento milioni di Euro, con un indotto che supera i 15 miliardi di euro.

Basti pensare che per confezionare queste pizze vengono utilizzati, ogni anno, 7.500 tonnellate di olio d’oliva, 90 mila tonnellate di mozzarella, 45.000 tonnellate di pomodori (San Marzano, Pachino, Ciliegino), 135.000 tonnellate di farina. A ciò si devono aggiungere le bevande che
accompagnano le pizze tipiche. Il 50 per cento di chi ama la pizza sceglie la birra, il 30 per cento acqua minerale e bevande analcoliche (Coca Cola, aranciata) e il 20 per cento vino (soprattutto bianco e frizzante).

Il che significa, in termini economici, ottocento milioni di litri di birra, duecento milioni di litri di bevande analcoliche, centodieci milioni di litri di vino. Quindi, è proprio la pizza che, meglio di ogni altro prodotto, esprime il valore, la tipicità e la tradizione dell’agricoltura italiana e Mediterranea all’interno del nuovo contesto Europeo.

Alla serata sono intervenuti, tra gli altri, il Patron dell’evento, Claudio Ospite e il Presidente del Tavolo del Partenariato della Regione Campania, Luciano Schifone.

Di Carlo Scatozza

redattore di Campania Slow | Contatto Facebook: http://it-it.facebook.com/people/Carlo-Scatozza/1654720386

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