Percorrere a piedi il Matese Campano non è una sfida per atleti, ma un’esperienza sensoriale, fatta di fatica per raggiungere vette meravigliose, di amicizie di gruppo con gente dall’ Italia e dall’ estero che condivide l’esigenza del “movimento lento” in mete non inflazionate dall’ industria del turismo di massa, ma è anche l’ occasione per capire usi, costumi, balli, danze, sapori e ricette rurali di un angolo di Campania forse poco considerato in rapporto all’ enorme patrimonio di valori, tradizioni e prodotti di cui è culla da sempre.
Gli accompagnatori del Cai di Piedimonte Matese, con in testa l’ arch. Sandro Furno, trasmettono ai 25 partecipanti non solo sicurezza durante le 6-7 ore di cammino giornaliero, ma sono la guida ideale per conoscere tutto quello che il territorio sa offrire.
Partiamo da Faicchio e ci incamminiamo verso un sentiero molto duro per arrivare a Piana delle Pesche ( non vi è un solo frutto dati i 1000 mt, ma le pesche sono grandi sassi). Ci accolgono cavalli allo stato brado, una costante nei pianori matesini, intanto nel rifugio che sarà il riparo per la notte si apparecchia la cena ad opera di un ristorante di Gioia Sannitica. Il gestore ( che è anche amministratore al Comune) ci propone affettati e i formaggi classici del matese dalle salsicce secche al prosciutto crudo ai caciocavalli podolici, gli ortaggi fritti e gratinati da lui coltivati ( il sapore del pomodoro è diverso e più intenso di quello di supermercato). Assaggio di Trippa e Penne al sugo di Lepre, il vino sfuso di casa non sfigura con tanti prodotti imbottigliati.
Il percorso del Secondo giorno ci porta verso Cusano Mutri, di nuovo nel versante beneventano, la strada di montagna è ricca di funghi, una delle guide, cercatore abilitato, è abile nell’ illustrarci i tanti velenosi ma anche a scovare ottimi porcini che costituiranno una parte del pranzo cusanese più tardi, tagliati freschi e serviti con olio e sale… si sente così il sapore ed il profumo del porcino.
Alla fine del sentiero ci tocca subire un “ agguato” dai Briganti del Posto , ovvero la Compagnia teatrale locale “ Gli Instabili” che mette in scena piece delle vicende brigantesche postunitarie, con tanto di brigantesse armate ed esercito piemontese in manovra “repressiva”.
A Cusano Mutri , tra Canyon e gole si apre una comunità coesa che ha fatto indubitabilmente un salto di qualità nel settore della ricettività turistica, ne è un ‘ esempio il B&B Piana la Gatta che ci ospita, anzi ci coccola, con camere deliziosamente arredate , una fattoria piena di prodotti di estrema qualità, dagli insaccati ad essiccazione rigorosamente naturale ai liquori. Rimaniamo incantati dalla visione, la mattina seguente, della prima colazione apparecchiata con grande sapienza da Lucia, la giovane proprietaria, esempio dei tanti giovani del posto che hanno coniugato alla perfezione capacità manageriali e rispetto delle tradizioni. Dalla marmellata di fichi e visciole ai pasticci di castagno, dai cannoli farciti alle crostate fatte in casa, staccarsi dal tavolo è difficile anche perché abbiamo imparato che a Cusano Mutri , oltre ai Funghi , c’è molto altro.
Ci attende una dura giornata verso i sentieri che portano a Bocca della Selva, incominciamo a trovare molte more, un ristoro per il lungo cammino. Il freddo di Bocca della Selva ci attende…scopriamo un posto di grande bellezza, ma constatiamo anche il fallimento della gestione di quella che negli anni ‘ 60 doveva diventare un’ accorsata stazione sciistica, le strutture abitative e ricettive ci portano indietro nel tempo, quasi un tour dell’ archeologia dell’ edilizia turistica. Presso la Proloco approfondiamo il grande tema dei balli e canti popolari del Matese. Nel nostro gruppo, tra le guide, e non solo, ci sono molti cultori della riscoperta di queste tradizioni canore e in tutte le serate, ballarelle e canti popolari non mancano mai. Si presenta il DVD ” Canti e Danze del Matese Campano” , prodotto con il sostegno, tra gli altri, della Fondazione per il Sud, del Parco regionale del Matese, Cai piedimonte e società italiana tamburi a cornice. La cosa più coinvolgente è conoscere ed ascoltare gli anziani protagonisti dei balli della tradizione dei “Graunari” di Vallata di Piedimonte Matese.
Ci dirigiamo Verso Monte Orso dove ci ospiterà per la notte il Rifugio C.A.I. di recente inaugurato, il nostro pranzo al sacco , ammirando una grande quantità di bovini al pascolo libero, è il trionfo della colazione dei pastori: Caciocavallo e Salsiccia secca di San Gregorio Matese con un pane a filone che dura più giorni, i Lamponi montani lungo il percorso sono il nostro dessert , gustato mentre si apre la magnificenza della valle del lago Matese da un lato e dall’altro il versante molisano con la città di Guardiaregia a fare da sfondo. Il rifugio Cai è anche il luogo della cena, preparata ( e trasportata)dalle donne iscritte al cai di Piedimonte, tutti gli ingredienti sono rigorosamente a KM 0 e abbiamo l’opportunità di assaggiare una magnifica pasta con i fagioli di Gallo Matese, i taralli di San Gregorio, funghi gallinelle, l’ olio e le olive di varietà Tondella di Sant’ Angelo d’ Alife, patate , cipolle e angurie di Alife, Peperoni imbottiti e dolci cucinati con sapienza antica, il tutto annaffiato con il vino dell’ azienda Mattei cui spesso si tuffano percoche di dimensioni notevoli. Ci colpisce il gusto delicato di uno splendido liquore di Corniolo, bacca rossa appenninica.
L’arrivo alla vetta della Gallinola che sfiora quota 2000 mt ci inorgoglisce, ed il versante molisano al di sotto ci evidenzia la grande unità del territorio matesino con quello molisano e sannita. Il vento è forte e il prato si punteggia di rosso per l’elevato numero di coccinelle che lo popola e di giallo per il fiorire della carlina, caratteristico fiore di montagna, affrontiamo poi una impegnativa discesa di 1000 mt verso il Lago Matese, lo vediamo da vicino, e conferma tutto il suo fascino anche se molto ritirato, tanto che l’isoletta in mezzo non c’è più e crea un piccolo dosso nella grande piana che ci aprirà la strada di montagna verso Letino e Valle Agricola.
L’ultimo sguardo ai bovini ( da Latte e da Carne) ci accompagna alla “ Baita” per l’ultima notte. Il Matese Campano merita di essere visitato con responsabilità e con gente che lo vive ogni giorno, c’è un’ Altra Campania a pochi km dalle città che vi accoglierà a braccia aperte, con balli e danze in piccoli borghi e con una grande varietà enogastronomica.
Complimenti! Ottima sintesi, completa ed esaustiva, ricca di spunti di riflessione ed in grado di rievocare tutti i bei ricordi prodotti da questa splendida esperienza!!!!
Ottimo reportage….infinito il casertano
Caro Carlo, dire che sei stato perfetto nel tuo racconto è dire poco; leggendolo mi sono venuti i brividi addosso ripensando che in quei giorni ed in quei meravigliosi posti c’ero anch’io.
Grazie, Mauro.