Ven. Nov 22nd, 2024

Coltivare la terra senza contribuire all’aumento dell’effetto serra, anzi migliorando la fertilità dei suoli e la qualità dell’agro-ambiente, con l’utilizzo della “semina su sodo”, una tecnica innovativa: attenta anche a migliorare il reddito degli agricoltori.

E’ questo lo spirito che guida l’Associazione Italiana Produttori Amici del Suolo (A.I.P.A.S.) che ha tenuto ieri alle 11,00 una conferenza stampa a Napoli in via Cappella Vecchia nella sala dell’Ordine dei Giornalisti della Campania.

Durante la Conferenza Stampa, presente il direttore di AIPAS dott.agr. Danilo Marandola,  sono state presentate la semina su sodo (o semina diretta) e le attività di sperimentazione e diffusione condotte da A.I.P.A.S. negli ultimi 10 anni.

La semina su sodo è un sistema agronomico che si basa sulla non lavorazione del terreno. Speciali seminatrici mettono a dimora il seme nel terreno senza operare precedentemente l’aratura del suolo e tutte le altre forme di lavorazione meccanica del terreno.
La tecnica, inventata negli Usa più di 50 anni fa, è attualmente applicata nel mondo su oltre 100 milioni di ettari. In Italia non è ancora molto diffusa e l’esperienza di Aipas è tra le più affermate, poiché supera i 5000 ettari.

Sul piano ambientale ed agronomico i vantaggi offerti sono molteplici: il terreno non arato tende ad essere più ricco di sostanza organica e, lungo andare, necessita di un sempre minor impiego di concimi chimici.

Il terreno seminato su sodo riduce l’evaporazione del 60%, tagliando la domanda di acqua da irrigazione. Non è da trascurare che tale tecnica riduce le emissioni dirette e indirette di CO2. Solo i consumi di gasolio si riducono del 70%. Gli agricoltori della rete Aipas, ad esempio, risparmiano annualmente 500 tonnellate di gasolio, con un notevole abbattimento delle emissioni di anidride carbonica in atmosfera e dei costi di coltivazione.

Il sistema di coltivazione su sodo alleggerisce il carico di lavoro aziendale di due terzi, perché consente di gestire i seminativi con sole 4 ore di lavoro ad ettaro, rispetto ad un seminativo convenzionale che ne richiede complessivamente 12. Nelle zone di collina e di montagna, inoltre, la semina su sodo consente di ridurre l’erosione del suolo del 90% e di minimizzare i fenomeni di dissesto idrogeologico . Sul piano sociale, la semina su sodo, come altre innovazioni, si presta ad una diffusione che passa attraverso una rete di soggetti collegati mediante un club.

“La conferenza stampa di oggi è anche un’occasione per invitare i giornalisti a San Giorgio La Molara (BN) per il prossimo 30 luglio –  dice il direttore Marandola – in occasione della giornata nazionale delle Semina su Sodo di AIPAS”.

Si tratta di una giornata “in campo” durante la quale sarà possibile osservare e commentare diverse colture realizzate su sodo. Momento di punta della giornata sarà la raccolta di frumento duro coltivato su sodo e la concomitante semina su sodo di sorgo da foraggio, una vera novità per le aree agricole del sud Italia.

“Una delle opportunità offerte dalla semina diretta – commenta Danilo Marandola, ricercatore per lo sviluppo rurale sostenibile – è la possibilità di realizzare due raccolti in un anno nel pieno rispetto della fertilità dei suoli. La semina del sorgo verrà effettuata simultaneamente alla raccolta del frumento, con le seminatrici che operano dietro le mietitrebbiatrici, con evidente riduzione dei tempi morti di coltivazione”.

Questa combinazione offre interessantissime opportunità produttive per tutte le aziende agro-zootecniche che hanno esigenza di ottimizzare la produzione di foraggi in zone irrigue. Durante la giornata in campo sarà possibile anche osservare campi di mais e girasole coltivati su sodo. Lo staff e gli esperti di AIPAS realizzeranno inoltre una simulazione di pioggia su terreno lavorato e sodo per evidenziare i vantaggi che la semina diretta può generare in termini di riduzione dell’erosione e di dilavamento dei fertilizzanti azotati. Sarà realizzato anche uno scavo del terreno per dare la possibilità di osservare cosa accade al profilo di un suolo coltivato da più anni senza alcun tipo di lavorazione profonda e superficiale.
La giornata sarà dedicata anche alla dimostrazione del funzionamento dinamico delle seminatrici da sodo.

Di Carlo Scatozza

redattore di Campania Slow | Contatto Facebook: http://it-it.facebook.com/people/Carlo-Scatozza/1654720386

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