Partirà a febbraio, in via sperimentale in Campania e con la collaborazione dell’Associazione Verace Pizza Napoletana, il nuovo Master of Food dedicato alla pizza. In due serate un pizzaiolo e un esperto racconteranno, attraverso l’esperienza dei sensi e del saper fare, uno dei simboli della cultura gastronomica italiana.
Inserito nella nuova sezione del progetto Master of Food denominata “A lezione di Buono Pulito e Giusto”, il corso si pone l’obiettivo di divulgare la storia, la cultura e gli elementi che caratterizzano una pizza di qualità. Esamineremo pasta e condimenti, entrando nel merito degli ingredienti principali per comprendere cosa rende una pizza più buona di un’altra; sperimenteremo approcci e modalità per condurre una degustazione che meglio ci guidi nel riconoscere e valutare le qualità organolettiche del prodotto.
Sei le pizza proposte in assaggio nel corso degli incontri: Mastunicola, Marinara, Margherita, Calzone, Napoletana verace e, in ultimo, una pizza stagionale e locale.
Senza alcuna pretesa di formare nuovi pizzaioli, il corso si propone di far riscoprire il piacere di una buona pizza. Con l’occhio attento a forma, colori e dimensione; il palato sensibile alla consistenza di disco e cornicione: morbidezza, elasticità e flessuosità, naso e bocca impegnati a gustare aromi, profumi e sapori. Inizieremo così il nostro viaggio nel mondo delle pizze. Impareremo a distinguere i diversi tipi di impasto, tecniche di preparazione e lievitazione, ma anche a capire la differenza fra ingredienti di qualità, del territorio, di stagione e quelli omologati o di seconda scelta. Fra storie, aneddoti, pratiche e assaggi, passeremo una serata conviviale a ragionar di pizza.
Dove? Come tradizione vuole, i primi corsi si svolgeranno a Napoli, nelle pizzerie La Notizia di Enzo Coccia il 6 e 14 febbraio, Da Attilio il 7 e 21 febbraio e Umberto il 14 e 21 marzo. Successivamente saranno attivati corsi anche a Caiazzo, in provincia di Caserta, da Pepe.
Cibo del popolo e delle classi più umili, la storia della pizza si intreccia da subito con quella di Napoli, la città “più plebea dell’Europa dell’800”, come sostiene Antonio Mattozzi, autore del libro Una storia napoletana (Slow Food Editore). I pizzaiuoli, pur se per lungo tempo collocati al gradino più basso della scala sociale, rappresentano, però, sin da allora, una classe ristretta e specializzata di lavoratori.
Per maggiori informazioni è possibile visitare i siti web www.slowfood.it e www.slowfoodcampania.com