Un nuovo anno, un nuovo inizio, nuove lune che scandiscono i momenti dell’agricoltura, della natura, della vita, lo stesso rito riscoperto e rinnovato.
Recale, grazie alla Pro Loco “Nuova Recale”, nella sera del 22 e la mattinata del 23 gennaio rivive una tradizione millenaria di una festa che è insieme celebrazione ringraziamento e buon auspicio.
«Quella di Sant’Antonio Abate – dichiara il presidente Giuseppe Piccolo – è una festività che viene da lontano e che ogni anno cerca di ricostituire e di rafforzare quel legame atavico con la terra e con la tradizione, che fanno parte del dna della nostra cultura».
Eremita egiziano e primo degli abati, Sant’Antonio è considerato dalla Chiesa l’iniziatore del monachesimo cristiano. Reo di essersi recato all’inferno per carpirne, a favore degli uomini, le fiamme, è oggetto di una forte devozione popolare. Le funzioni religiose si mescolano al folklore coinvolgendo tutta la popolazione, dai più grandi ai più piccoli.
«“Sant’Antuono” – aggiunge Piccolo –, protettore del raccolto è anche protettore degli animali e quest’anno è agli animali che è andata un’attenzione particolare, ai loro diritti, alla loro importanza per l’uomo». Il programma dei festeggiamenti è ricchissimo: la benedizione degli animali, i balli intorno al fuoco dei falò propiziatori al ritmo della “tammorra” e i fuochi d’artificio tradizionali, che scandiranno i momenti della serata di sabato, durante la quale sarà offerto agli avventori buon vino paesano e una porzione rinforzata de “’a panorra”, un piatto gustosissimo, di antica tradizione contadina, ottenuto dal geniale impasto di pane raffermo, fagioli, cime di rapa e l’aggiunta di salsiccia.
La tradizione vuole che i falò di “Sant’Antuono” abbiano una funzione purificatrice e fecondatrice. In alcune comunità montane del casertano, le ceneri sono ancora raccolte e tenute come simbolo per allontanare le malattie, in particolare della pelle (in particolare, l’Herpes zoster o Fuoco di Sant’Antonio) e degli incendi.
A Recale, la festa continuerà domenica mattina con l’esibizione per le strade cittadine del gruppo folk “La bella Napoli” e la tradizionale “rriffa“ (la riffa) in piazza Aldo Moro.