Il 2 dicembre è un appuntamento con la storia che non si può in alcun modo ignorare. Al Westin Palace di Milano il gotha dell’olio si riunisce per celebrare i 50 anni dell’olio extra vergine di oliva. Nessuno se n’è accorto, visto che si ha scarsa memoria in Italia, ma il 13 novembre 1960 è stata ufficialmente introdotta la denominazione merceologica “Olio Extra Vergine di Oliva”, una menzione che all’epoca scatenò furibonde battaglie, anche perché era in gioco la genuinità degli stessi oli ricavati dall’oliva.
L’introduzione di tale nuovo prodotto cambiò in qualche maniera il volto a un Olio che fino ad allora non ha mai avuto le attenzioni che sta guadagnando di anno in anno quest’oggi. I livelli qualitativi raggiunti sono così elevati da non aver simili riscontri nel passato. Con un’anomalia piuttosto grottesca, per certi versi: mentre in questi anni la qualità ha raggiunto livelli mai conosciuti, il prezzo sullo scaffale sta
diminuendo selvaggiamente.
Di conseguenza, la festa che l’oleologo Luigi Caricato ha ideato per celebrare il cinquantenario, è anche l’occasione per riflettere sul futuro dell’olio di oliva, ma soprattutto su quanto accadrà di qui in avanti ai tanti olivicoltori che lavorano senza più la certezza di ottenere una giusta remunerazione per il lavoro e gli alti costi sostenuti.
L’evento del 2 dicembre reca il titolo “1960-2010. Buon compleanno extra vergine. Tributo al re dei grassi” e segna un primo, inevitabile passaggio verso il futuro. Il gotha dell’olio si riunisce per riflettere sul passato, sul presente e sul futuro, per delineare nuove strategie e meglio comprendere e interpretare il senso della realtà. I consumi di olio extra vergine di oliva si estendono e si allargano a macchia d’olio, è proprio il caso di dire.
“Da alimento etnico ora ha assunto la veste di alimento inter-etnico. Tale passaggio – sostiene Caricato – è un lasciapassare per il futuro. I consumi ora riguardano popolazioni un tempo estranee alla cultura degli oli di oliva. Lo scenario alimentare che si profila all’orizzonte si sofferma sia sugli aspetti propriamente edonistici – in termini di caratterizzazione sensoriale degli oli extra vergini di oliva, con le loro molteplici varietà di aromi e sapori – sia sugli aspetti più strettamente salutistici, per il ruolo di functional food universalmente riconosciuto dalla scienza medica e dai nutrizionisti.
Dal 1960 a oggi il percorso è stato arduo e pieno di ostacoli, però anno dopo anno si sono avuti risultati sorprendenti. L’appuntamento di Milano presso il Westin Palace, nella giornata del 2 dicembre è, per tutti, la giornata dell’orgoglio. Il comparto dell’olio di oliva è chiamato a disegnare il proprio futuro e non potrà più replicare se stesso. E’ chiamato a inventarsi qualcosa di nuovo.
“Senza uno scatto d’orgoglio, non si va da nessuna parte”. Lo sostiene con convinzione Luigi Caricato, l’ideatore del grande evento. Se non si tracciano nuovi percorsi, l’olivicoltura corre seri rischi di arretramento, con l’inevitabile abbandono degli oliveti. Dopo la strada tracciata a partire dalla legge 1407 del 1960, con l’introduzione dell’olio extra vergine di oliva, ora serve percorrerne una nuova.
“Da parte mia – ribadisce Luigi Caricato – ho voluto lanciare il progetto Olio Officina (www.olioofficina.it). Si tratta di uno strumento di conoscenza e approfondimento che si muove intorno alla materia prima “olio di oliva”, in modo da porre in stretta relazione l’olio con le sue dinamiche evolutive in cucina, nelle varie possibili formulazioni alimentari in cui è coinvolto. Il futuro si gioca tutto sui criteri di corretto utilizzo dell’olio extra vergine di oliva. L’obiettivo è puntare da una parte a un consumatore evoluto, in grado di fare acquisti più consapevoli, e dall’altra si punta ad avere un fruitore professionale del prodotto in grado di reinterpretare la materia prima olio in relazione con altre materie prime, altrettanto nobili”.
A supporto di tali nuovi percorsi, c’è una nutrita partecipazione degli autori della collana “Coltura & Cultura”, oltre 80 prestigiosi esperti che hanno firmato il volume enciclopedico “L’ulivo e l’olio” (Edizioni Script), che con le quasi 800 pagine fitte di sapere, hanno messo in piedi ciò che si può senza esagerare definire la “bibbia dell’olio di oliva”.
La strada è già delineata, è sufficiente dimostrare solo il coraggio e la determinaazione nel percorrrerla. Senza cultura – tutti sono avvisati – non ci può essere alcuna economia che possa reggere le sorti non ancora delineate del futuro.